Chiara Ferragni, la donna al limitar del bosco.

L’Italia non è un Paese per donne indipendenti.

I modelli di donne forti sono ridotti al silenzio nei miti, nelle favole e nelle serie tv. Chi non si comporta da brava bambina, moglie devota o madre premurosa, rimane sola, viene uccisa o viene internata in manicomio; da Medea a Circe del mito greco alla fata Morgana del ciclo arturiano, a Malefica della Bella addormentata nel bosco, e una per tutte: la strega, il mostro femminista per eccellenza. Queste figure femminili rappresentano tutto ciò che gli uomini trovano minaccioso nelle donne: bellezza, intelligenza, desiderio di rivalsa, ambizione e potere. 

“Nel mito cristiano è l’Apocalisse ad essere donna. Nella Bibbia, infatti, si profetizza che la fine dei tempi sarà dominata da una regina lussuriosa con in mano un calice d’oro colmo delle abominazioni e delle impurità della sua prostituzione” – Jude Ellison Sady Doyle, Il mostruoso femminile

Quante miserie in questa nostra società!

Questo non accade solo nel mondo di fantasia, ma soprattutto nel mondo reale in cui le donne che non stanno “al loro posto” fanno una brutta fine. Le pagine di storia e di cronaca possono testimoniare questa triste verità. Per secoli la cultura patriarcale ha dettato il modello di come una donna dovrebbe essere, modello creato per soddisfare le esigenze degli uomini ma non le nostre. Essere donna significa non alzare la voce, non ribellarsi, obbedire al padre e al marito, di conseguenza sulle donne che non si adeguano a questo standard si riversa il disprezzo della società.  

In Italia in cui la roccaforte del patriarcato è più radicata, sia per l’influenza del Vaticano, sia per vecchi retaggi di passati regimi, sia per carenza culturale, le donne vengono criticate qualunque cosa facciano. Se sei intellettuale, ti criticano perché sei una maestrina; se ti occupi di moda ti criticano perché sei troppo superficiale; se sei brutta ti criticano perché sei brutta e se sei bella ti criticano perché sei troppo bella; se ti prendi cura di te sei vanesia; se non ti curi sei sciatta; se hai figli ma sei una donna in carriera sei una madre snaturata; se non hai figli vali meno di niente. Quante miserie in questa nostra società!

Il terrore misogino

Chiara Ferragni con la “collana utero”

È una certezza che esiste una diffidenza latente nei confronti del sesso femminile, ed essa è la prima causa di misoginia.

La misoginia è quella di cui è vittima CHIARA FERRAGNI, una delle donne più malviste dal patriarcato e ancor di più da tutte le donne che lo supportano. C’è un motivo anzi più di uno, se molti odiano Chiara Ferragni, da anni sta dimostrando che si può essere donna in un modo diverso rispetto al modello di moglie remissiva e sottomessa al marito a cui siamo stati abituati. È una imprenditrice di successo e sicura di sé. Ha avuto due figli, si è sposata ma questo non ha cambiato di una virgola la sua quotidianità. Chiara Ferragni non si nasconde e mostra con orgoglio una vita di coppia che agli italiani sembra strana. Non sono abituati a una moglie più famosa del marito e non sottomessa. Dalle storie social di Instagram sembra addirittura che sia più Fedez a stare con i figli. Il marito non cerca di sopraffarla, di rubarle spazio. Neanche la maternità l’ha resa simpatica,

 quella maternità che dovrebbe trasfomarci da difettose in complete, ma nel suo caso è accaduto il contrario.

– Mona Chollet, Streghe

Il primo sentimento che suscita ai molti è il fastidio, perché Chiara Ferragni non si nasconde, ostenta la sua felicità e il suo stile di vita. Inoltre, nonostante la giovane età è riconosciuta a livello mondiale per un lavoro che ancora oggi non viene considerato un lavoro perché fuori dagli schemi dell’italiano medio.  Eppure, il settore della moda, considerato vacuo e frivolo, crea un giro d’affari in Italia pari a 86,7 miliardi di euro all’anno. Vi sembra poca cosa? 

Chiara Ferragni si è costruita da sola

Chiara Ferragni si è inventata una professione senza il benestare di nessuno, ha intuito una tendenza e con pazienza, intelligenza e costanza ha costruito qualcosa che non c’era. Oggi la sua reputazione è solida, con il suo lavoro produce reddito, dà lavoro ad altre persone. Ed è un lavoro accessibile a tutte, c’è chi ci riesce e chi no, come in tutte le cose. È impegnata socialmente e i suoi outfit diventano veicolo per divulgare messaggi importanti e socialmente utili. Gli abiti indossati diventano simbolo consapevole di libertà, come ad esempio l’abito “nudelook” indossato durante la sua partecipazione all’ultimo festival di Sanremo.

L’abito nudelook

Rene Magritte – omaggio a Mack Sennett

Un abito che prende spunto dall’arte e che diventa un simbolo femminile molto importante. Di seguito il significato dell’abito spiegato dalla sua ideatrice, Maria Grazia Chiuri, direttrice creativa della maison Dior:

“La nudità è un simbolo molto forte sia di forza che di vulnerabilità.

Vestire una donna con la propria nudità significa che non ha nulla da nascondere, che è inviolabile, che sta investendo il suo corpo di un significato che va oltre il desiderio maschile.

La nudità fa arrabbiare le persone perché mostrare la mancanza di vergogna per il proprio corpo è visto come un’aggressione alla morale.

Questo abito rende omaggio alla bellezza del corpo delle donne in un momento in cui, in alcuni Paesi del mondo, i loro diritti riproduttivi sono minacciati, la loro libertà di studio e di lavoro è tolta, il loro diritto a una vita pacifica è calpestato dalla guerra.C’è così tanto bisogno di progresso in questo momento, un abito che rivendica senza scusarsi il diritto di ogni donna a brillare celebra il potere delle donne come soggetti e non solo oggetti del desiderio; mostra che nessuna donna dovrebbe vivere nella paura, nello svantaggio, nella povertà o provare vergogna per essere nata donna”. – Maria grazia Chiuri, direttrice creativa Maison Dior

Portatrice di sana eleganza

Chiara Ferragni è anche portatrice sana di eleganza, difatti l’imprenditrice ha deciso di devolvere il suo cachet per la partecipazione a Sanremo all’associazione D.i.Re. – Donne in Rete contro la violenza – che gestisce oltre 100 Centri antiviolenza e più di 60 Case rifugio in tutta Italia. A chi l’attacca, a chi lancia dardi velenosi al suo passare, risponde col silenzio, inevitabile e necessario, perché sul trono siede lei e gli altri, gli invidiosi, non possono fare altro che ingoiare rospi. 

COMPLIMENTI A CHIARA FERRAGNI e a chi la odia , posso solo consigliare di farsene una ragione. Ne guadagnerà in salute!

© Le immagini di Anteprima sono realizzate dall’ufficio grafico di Excalibur Promo. Riproduzione riservata

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