Matilde Serao. “Il ventre di Napoli”

“Il giornalista è l’apostolo del bene, esaltatore solo della pace, della virtù, dell’eroismo. Il giornale è la più nobile forma di pensiero” – Matilde Serao

Pronunciate da Matilde Serao, prima donna ad aver fondato una testata giornalistica in Italia, queste parole dovrebbero risuonare come un mantra. Così lontane dal giornalismo odierno, in cui schiere di pennivendoli si arrabattano per la notizia più sensazionale che ovviamente favorisce chi può assicurargli maggiori vantaggi a discapito della vera informazione

Matilde Serao è stata una femminista a modo suo: non parlava di femminismo, lo faceva! Grande Innovatrice e instancabile lavoratrice, ha tracciato una strada che fino ad allora era percorsa solo da uomini e può essere definita la madre di tutte le giornaliste italiane.

Le origini

Nata in Grecia a Patrasso nel 1856 da una donna aristocratica, Paolina Borely e da un avvocato e giornalista napoletano Francesco Serao, da cui ha ereditato, amplificandolo, il talento. Visse a Napoli, città da cui ha assorbito la passionalità e sebbene gli studi della Serao terminarono presto a causa di ristrettezze economiche familiari, questa mancanza non costituì per lei una limitazione. Manifestò sin da giovanissime una straordinaria attitudine al racconto e grandi capacità di analisi, diventando una scrittrice prolifica. Pubblicò ventisei romanzi, centosettanta novelle, collaborò con cento testate, italiane e straniere. Questo ci dà la misura della sua levatura professionale ma anche della sua tempra e tenacia. 

Gli inizi nella carta stampata

Il padre Francesco Serao collabora come giornalista con un foglio liberale tra i più apprezzati dai napoletani “Il Pungolo” e fa vivere a Matilde la concitazione e la frenesia  delle redazioni giornalistiche per le quali Matilde è subito attratta. A soli quindici anni, dopo aver studiato da autodidatta, si presenta alla scuola Eleonora Pimentel Fonseca a Napoli come semplice uditrice. Nel 1882 si trasferisce a Roma per lavorare nella redazione di Capitan Fracassa. Con lo pseudonimo di Chiquita scriveva di tutto: cronaca rosa, politica e letteratura. Pubblica sul Corriere del Mattino  la sua prima novella Fantasia per la quale riceve aspre critiche da Edoardo Scarfoglio, illustre collega di redazione, ma come la storia insegna, odio e amore vanno spesso a braccetto, si uniranno in matrimonio e saranno i protagonisti di una delle storie d’amore più turbolente e tormentate dell’epoca.

Fonda le prime testate

Matilde con il marito torna a Napoli, città dalla quale ne ha assorbita la passionalità e il colore, per fondare il Corriere di Napoli. Una testata giornalistica tra le più divulgate dell’epoca, pensate che firme come Giosuè Carducci e  Gabriele D’Annunzio gli danno lustro. Purtroppo, a causa di dissidi di carattere politico, Matilde Serao si trova costretta a cedere le quote del suo giornale, tuttavia, non si perde d’animo e investe la somma percepita dalla vendita per fondare IL MATTINO, diventando la prima donna in Italia ad aver fondato un quotidiano. 

Il popolo napoletano l’adorava, la sentiva vicina, anche perché, nonostante non avesse basi culturali importanti, riusciva a comunicare con profondità linguistica, rappresentando passioni, rivelando tresche e ambizioni della società borghese o del mondo politico-giornalistico, sempre con distacco oggettivo. Dotata  di senso creativo commerciale, per trovare nuovi abbonati, inventa concorsi e gadget, strategie di marketing molto valide ancora oggi. 

Non si fece mancare nulla e in quegli anni diede al mondo quattro figli, questo non le ha impedito di frequentare i salotti buoni di Napoli, dove la sua personalità faceva molto parlare e ancor di più quando sopraggiunse lo scandalo. 

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Il Ventre di Napoli, il suo romanzo più noto.

Nel 1884 scrive quello che viene considerato il suo più grande romanzo Il ventre di Napoli. Suddiviso dall’autrice in due parti, riporta diverse storie ambientate nella città di Napoli. La scrittrice cerca di inserire all’interno del romanzo la propria denuncia nei confronti della città e l’inettitudine delle istituzioni.

“Qualunque sia la veste di cui si copra l’uomo dalla coscienza infida, io lo riconoscerò: qualunque sia la maschera che copra il suo viso, io ne discioglierò i nodi: in qualunque modo mi si tenti di ingannare, non vi si giungerà più. ” – Il ventre di Napoli

Antesignana della famiglia allargata

Edoardo Scarfoglio, noto “femminaiuolo”, mette incinta la sua amante Gabrielle Bessard, la quale disperata perché Scarfoglio non lasciava la moglie per lei, si suicida sparandosi un colpo di pistola alla tempia, non prima di assicurare la nascitura davanti alla porta di casa della Serao. Matilde cresce la bambina come se fosse sua ma il rapporto con il marito arriva al capolinea. Continua dritta per la sua strada, lascia Il Mattino al marito e di lì a poco conosce l’avvocato Giuseppe Natale.  Dalla loro relazione nascerà Eleonora, chiamata così per la profonda amicizia con Eleonora Duse.  Con Natale fonda e dirige il giornale “Il Giorno” che ottiene successo e che diviene il più grande concorrente de Il Mattino.  Nel 1917 Scarfoglio muore e Matilde sposa il suo compagno.

Posizioni politiche che non pagano

Verso la Prima Guerra Mondiale e l’avvento di Benito Mussolini, la Serao si schierò apertamente, dalle colonne del suo giornale, come contraria al conflitto e alle idee del futuro Duce. Questa sua ostilità le causò la perdita della candidatura al Nobel per il romanzo Mors Tua, nel quale critica aspramente il fascismo. Mussolini favorì la scrittrice sarda Grazia Deledda.

Matilde muore a Napoli il 25 luglio 1927, all’età di 71 anni. La trovano  alla  sua scrivania: si spegne  stroncata da un infarto mentre scrive l’ultimo suo romanzo.   Finisce così una delle figure del verismo italiano, emblema per tutte le donne, un grande esempio da emulare!

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