Letizia Battaglia. Una donna, una palermitana, una fotografa.

Fotografo le donne, questo sì, anche perché in loro ritrovo me stessa;

non fotografo quasi mai gli uomini (non mi vengono bene)

Le sue foto hanno fatto il giro del mondo. Nessuno come lei ha fotografato la sua città. Una città, Palermo che acceca per i colori abbaglianti, il giallo e l’arancione dei suoi frutteti, il bianco dei marmi, l’azzurro del cielo e il blu intenso del mare. Eppure, Letizia Battaglia sceglierà di fotografare solo in bianco e nero. Una scelta dettata dal rigore, dal senso di responsabilità e dalla gravità delle scene ritratte. 

Una vita spesa interamente tra impegno civile e ricerca della bellezza, dove le donne sono protagoniste. I suoi scatti fotografici sono intrisi di poesia, sicuramente l’amicizia con il poeta Ezra Pound, conosciuto quando Letizia aveva ventisette anni, divenne fonte di ispirazione per la sua arte.

Unica donna in un mondo di uomini

Letizia Battaglia inizia le sue prime esperienze lavorative con “l’Ora”, un giornale locale di Palermo. Quindi si trasferirà a Milano dove perfezionerà lo studio della fotografia, ma viene richiamata a Palermo dal “l’Ora” che le offre la posizione di responsabile per la fotografia. Prima donna- fotografo a lavorare per un giornale italiano. 

La verità è la sua missione

Siamo nel periodo degli “Anni di Piombo”, delle speculazioni edilizie del “Sacco di Palermo”, delle faide fra cosche e degli assassinii mafiosi, quali quello di Peppino Impastato o quello di Piersanti Mattarella (fratello del nostro Presidente della Repubblica). 

Letizia dovrà confrontarsi con la dura realtà di una città, di una regione, ammorbata dalla mafia, dal clientelismo, dalla politica viziata, dalla povertà: lei non si tira indietro, la fotografia diverrà la sua vocazione a tempo pieno, il suo costante impegno volto a denunciare la dura realtà.

I morti di mafia? L’odore del sangue non mi ha più abbandonato.

Letizia Battaglia, assassinio di Piersanti Mattarella, Palermo, 6 gennaio 1980

Letizia ha un mestiere scomodo, ma continua imperterrita a fotografare. Non si lascia intimorire. Sono sue le foto che hanno contrassegnata un’epoca, Palermo in un fermo immagine: l’Hotel Zagarella – in cui Andreotti fu ritratto mentre tratta con esponenti dei clan-, il corpo di Piersanti Mattarella dentro l’auto, quello del giudice Terranova, i funerali del Generale Dalla Chiesa.

Diventa una fotografa acclamata a livello internazionale, vincendo alcuni tra i premi più prestigiosi: è la prima fotografa europea ad essere insignita nel 1985 del Premio Eugene Smith.

Ha a cuore i diritti delle donne, per le quali si è battuta anche attraverso la fondazione della rivista MEZZOCIELO , fatta soltanto da donne. E ha affermato la sua libertà, facendo parlare di sé tutti i perbenisti che gridarono allo scandalo, quando decise di lasciare il marito pur  non essendo ancora lecito farlo.

Non solo mafia

Nella sua ricerca di bellezza, lo sguardo di Letizia Battaglia, attraverso l’obiettivo è rivolto alle donne della sua Palermo, il suo interesse mira a scrutare i volti.  Immortala con la sua fotografia, donne e bambine, la disillusione, l’incanto e la determinazione. Quella determinazione che ritroviamo nello sguardo della celeberrima fotografia della “bambina col pallone” nel quartiere della Cala. La determinazione delle donne siciliane! Tutte immagini che nonostante il bianco e nero sono capaci di emanare una luce unica che solo la fotografa palermitana ci mostra come nessun altro prima di lei. 

Ho fotografato in tutto il mondo, ma fuori da Palermo le foto mi vengono diverse. Qui c’è qualcosa che mi appartiene, o io forse le appartengo. Ho fotografato la cronaca di questa città, io non ho fatto arte, ho fatto un lavoro, duro, anche spietato.

I suoi soggetti sono ritratti tra le strade lastricate della città, nei vicoli di araba memoria. Il suo occhio non è invadente, i ritratti mantengono intatta l’autenticità. Ricchi e poveri si mescolano, sfarzo e lusso si contrappongono alla semplicità e alla povertà. Le sue fotografie ritraggono uno spaccato sociale che si sofferma di più sui reietti, sugli ultimi, su chi vive veramente la strada, la Palermo più vera. 

L’impegno sociale

Il suo impegno per il giornale sarà totale fino al 1992, anno in cui vengono uccisi i giudici Falcone e Borsellino. Col cuore a pezzi ed esausta interromperà la sua carriera da fotoreporter ma non per questo abbandonerà la lotta preferendo invece concentrarsi sulle sue attività cooperative di sensibilizzazione e divulgazione rivolte al sociale. 

Letizia Battaglia ha sempre infatti sostenuto e collaborato con diverse agenzie e diversi laboratori per diffondere le proprie conoscenze ed esperienze a tutti coloro i quali desiderassero fare della fotografia la propria missione. Il suo impegno culminerà con l’inaugurazione, nel 2017, del “Centro Internazionale di Fotografia di Palermo” un archivio storico che raccoglie gli scatti di oltre 150 fotografi, professionisti ed amatori, affinché queste testimonianze possano essere conservate per sempre.

Grazie Letizia Battaglia, intellettuale controcorrente, ma anche una fotografa poetica e politica, per averci donato la luce attraverso i volti delle donne.

©Riproduzione Riservata

Le immagini di Anteprima sono realizzate dall’ufficio grafico di Excalibur Promo

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