Junko Tabei. Sempre più in alto! (1939 – 2016)

È un’icona nella storia dell’alpinismo mondiale. È la prima donna ad aver messo piede sul Tetto del Mondo. Paladina dell’ambiente e femminista convinta, Junko Tabei è una leggenda: talento da fuoriclasse, ha superato sé stessa in ogni sfida affrontata, conquistando sempre nuovi traguardi.

«Non c’è mai stato alcun dubbio nella mia mente riguardo al fatto di voler scalare quella montagna, non importava quello che dicevano le altre persone»

L’infanzia

Nasce nel 1939 in una cittadina che faceva parte del comprensorio di Fukushima, in una famiglia di umili origini e con poche possibilità economiche, e cresce affrontando la Seconda Guerra Mondiale. Aveva dieci anni quando durante una gita scolastica sul Monte Asahi e sul Monte Chausu emerge in lei la passione per la montagna e per l’alpinismo. La società giapponese di allora prevedeva per le donne ruoli convenzionali, ci si aspettava che stessero a casa a svolgere mansioni domestiche e volte all’accudimento della famiglia, sicuramente non vedeva di buon occhio una donna così emancipata con desideri fuori dal comune.

La famiglia non asseconda la sua passione, considerando l’alpinismo un hobby troppo costoso, così la scalatrice ha poche occasioni di esplorare le montagne durante le scuole superiori. Frequenta un’università privata femminile di Tokyo, laureandosi in letteratura inglese. Poi decide di lasciare il mondo accademico per iniziare a lavorare, il daimon chiama e ha altri piani per il suo futuro. Inizia con lavori umili, un lavoro dietro l’altro con il solo scopo di guadagnare più soldi possibili per finanziare le sue escursioni in montagna.

La sua tenacia e determinazione la portano in vetta. 

L’ambiente dei club di alpinismo era maschilista e misogino, e una donna arrampicatrice era vista con scetticismo, così l’alpinista giapponese nel 1969 fonda il “Ladies Climbing Club”(LCC), un club alpino tutto al femminile, il cui slogan era:

 “Andiamo a fare una spedizione all’estero, da sole”.

Junko Tabei cambia la storia dell’alpinismo. Il 16 maggio del 1975 scala la montagna più alta del mondo, l’Everest con i suoi 8848 metri di altezza. E’ la prima donna a riuscire nell’impresa, ma non si ferma qui.

L’impegno ambientalista

Oltre alla carriera alpinistica, a partire dagli anni Duemila, Junko Tabei si occupa di temi ecologisti e combatte a lungo il degrado ambientale dell’Everest, causato dai rifiuti abbandonati dalle spedizioni alpinistiche. Completa uno studio post-laurea all’università di Kyushu, focalizzato proprio sul problema della tutela dell’Everest, un tema che è diventato molto dibattuto negli ultimi anni. Nominata Direttrice dell’Himalayan Trust of Japan, un’organizzazione internazionale attiva per la salvaguardia degli ambienti in quota, realizza un progetto per la costruzione di un inceneritore per eliminare i rifiuti lasciati dagli scalatoriPartecipa a diverse attività di bonifica dei rifiuti nelle montagne del Giappone e dell’Himalaya.

«La tecnica e l’abilità da sole non ti portano in cima; è la forza di volontà la cosa più importante. Questa forza di volontà non la puoi comprare con i soldi e non ti viene data da altri ma nasce dal tuo cuore».

Il secondo primato

All’inizio degli anni novanta conquista un altro primato diventando la prima donna a scalare le Seven Summits, le montagne più alte di ogni continente:  il Kilimangiaro in Tanzania, il Puncak Jaya in Indonesia, il Denali in Alaska, l’Aconcagua in Argentina, l’Elbrus in Russia e il Vinson in Antartide.

L’Alpinismo è stato il suo amore più grande!

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