“L’uomo nero e i fiorellini profumati” di Sabina Camani è un fantasy che ispira poesia. La storia tenera di una insegnante e di un suo piccolo alunno prende vie imprevedibili, con destini che si intersecano su strade inimmaginabili e dipinte di fantasia.
L’autrice ha una meravigliosa capacità evocativa e la sua narrazione scorre limpida, dolce, appassionata, su note oniriche. È un misto di musica, poesia e immaginazione, tanto che sembra di esserci dentro alle scene descritte e di provare sulla pelle i brividi dell’ignoto. Eppure il racconto ha tanto da insegnare, specie in virtù degli attuali venti di guerra che soffiano sul mondo, con un’ambientazione che rievoca i fatti drammatici di Hiroshima; ma lo fa in punta di piedi, senza mai sfociare nel moralismo.
Una sensazione piacevole ci inumidisce la pelle come un balsamo: quella dell’amore per l’universo intero, capace di superare pregiudizi, paure, scetticismo, e attingere al piacere puro della curiosità. Brilla su ogni sillaba il profumo dei fiori, che spuntano con estrema vividezza, in uno scenario da fiaba.
Per me merita pienamente 5stelle