Sirene, il mito del femminile mostruoso

Nel XII capitolo dell’Odissea, Omero le descrive come

“coloro che affascinano chiunque i lidi loro

con la sua prova veleggiando tocca”.

Le sirene incantavano, facendo poi morire, i marinai che incautamente sbarcavano sulla loro isola. Un’ isola mortifera disseminata di cadaveri in putrefazione. Nel descrivere la scena, Omero si sofferma sull’impossibilità di sottrarsi all’ipnosi delle ammaliatrici, eppure non svelerà mai il contenuto del loro canto, tanto che la domanda

Quid sirenes cantare sint solitae?

“Cosa cantano solitamente le sirene?”

Vite dei Cesari, Svetonio

diventerà un’ossessione per l’imperatore Tiberio, come racconta Svetonio nelle sue Vite dei Cesari.

Qual è il loro potere?

Ed è proprio in questo aspetto che risiede l’arma di seduzione più potente di queste creature: il loro è un canto profetico, le sirene conoscono il passato e sanno leggere il futuro, così il significato della seduzione si arricchisce di concetti legati alla sfera del sapere. La sirena non ha sempre avuto l’aspetto con cui oggi la conosciamo: in molte fonti viene descritta come un incrocio tra una donna e un uccello, ma, a prescindere dalla sua morfologia ittiforme o ornitomorfa, resta il simbolo assoluto del desiderio erotico e del pericolo ma anche la chiave per accedere all’invisibile.

Odisseo, grazie ai consigli della maga Circe (leggi l’articolo), che suggerisce all’eroe uno stratagemma, riesce a non rimanere vittima del loro fascino. Mi chiedo se gli eroi di cui è popolato l’epos greco, senza l’aiuto di donne esperte e sapienti impegnate a tirarli fuori dagli impicci, li potremmo definire oggi alla stessa maniera, cioè eroi o semplici uomini desiderosi di gloria che non avrebbero mai raggiunta?

“ Dei compagni incerai senza dimora

le orecchie di mia mano; e quei diritto

me della nave all’albero legaro

con fune, i piè stringedomi e le mani”

Secondo il racconto, la Sirena Partenope non riuscendo a trattenere l’eroe, si uccise e si arenò sulla spiaggia di quella che diverrà la città di Partenope, l’odierna e bellissima Napoli.

La Sirena nell’arte

Con la sua simbologia negativa, la sirena passò dritta dritta nella cultura religiosa medievale, che non si è fatta mancare nulla in fatto di collegamenti tra il femminile e il demoniaco, come non ricordare l’orrore della caccia alle streghe (leggi l’articolo). La sua figura, mitica e conturbante, scompare quasi completamente dal Quattrocento al Settecento e dobbiamo aspettare l’Ottocento per ritrovare la Sirena con tutta la sua carica erotica. I primi a riscoprirla sono stati i Pre-Raffaelliti ( leggi l’articolo), una confraternita inglese che a metà del secolo decise di recuperare, non a caso, lo spirito del Medioevo e il femminile col suo mistero e la sua eleganza.

In letteratura, da siciliana, devo assolutamente menzionare La Sirena di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, 1957 e la bellissima Lighea protagonista del suo romanzo:

Ti sentivo parlare da solo in una lingua simile alla mia; mi piaci, prendimi. Sono Lighea, son figlia di Calliope. Non credere alle favole inventate su di noi: non uccidiamo nessuno, amiamo soltanto

John William Waterhouse, Preraffaelliti, Una sirena, 1901 – Citazione di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, La Sirena, 1957

La Sirena in epoca moderna


Il mito delle sirene è giunto fino ad opere più moderne, ispirando racconti e film che  continuano ad affascinare. Tra le più famose ricordiamo sicuramente la fiaba di Andersen,” La Sirenetta” del 1837, poi trasposta nel classico Disney del 1990, la fiaba di “Peter Pan” in cui questi esseri mitologici vengono inseriti tra gli abitanti dell’ “Isola che non c’è”, e saranno proprio le sirene a salvare il protagonista dal tentativo di annegamento di Capitan Uncino.

Nel film “Splash”Una sirena a Manhattan”, Ron Howard descrive la vita di una sirena decisamente moderna, che vive a New York, di lei si innamorerà il giovane Tom Hanks. Nella saga “Pirati dei Caraibi”, che riprende tutti gli elementi caratteristici dei racconti pirateschi, non poteva mancare uno spazio per le sirene nel capitolo Oltre i confini del mare. Infine, le sirene appaiono ne Il calice di fuoco, il quarto capitolo della saga di racconti fantasy più nota dei nostri giorni, Harry Potter.

E per deformazione professionale non ho potuto non notare che anche il mondo della pubblicità e del marketing ha subito il fascino delle sirene per il loro potere simbolico di conoscenza spirituale. L’esempio più celebre si può osservare nel logo della catena del noto caffè Starbucks, dove a farla da padrona è una “sirena bicaudata”: metafora di fecondità e potere femminile.

E vorrei concludere la passeggiata nell’arte avente la Sirena come protagonista con il verso della bellissima canzone di Franco Battiato

“la tua voce come il coro delle sirene d’Ulisse m’incatena,

ed è bellissimo perdersi in quest’incantesimo.“

– Il sentimiento nuevo, 1981
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