Dalla cenere io rinvengo
Con le mie rosse chiome
E mangio uomini come aria di vento.
(Sylvia Plath)
La confraternita dei Preraffaelliti nasce a Londra nel 1848 su iniziativa di un gruppo di giovani artisti, i più eminenti dei quali sono Dante Gabriel Rossetti, William Holman Hunt e John Everett Millais. Il loro ideale estetico si forma principalmente sull’arte che precede il Rinascimento maturo (di cui Raffaello rappresentava il culmine): la loro arte rievoca gli argomenti cari al periodo Medievale, quali le tematiche religiose, mitologiche e magiche con il ciclo arturiano.
Perché ci colpiscono i loro quadri?
I loro quadri ci colpiscono per la diafana bellezza delle loro donne, accomunate da una rigogliosa chioma di capelli rosso rame, definito l‘oro rosso. Figure femminili controverse, spesso connesse a eventi criminosi, femmes fatales per se stesse o per gli altri, donne dalla forza dirompente, misteriosa e sensuale, accomunate dalla pelle d’avorio, lo sguardo languido e distaccato – quasi mai rivolgono lo sguardo allo spettatore – labbra vermiglie che sottolineano il fascino carnale. Donne pienamente consapevoli della loro grazia e bellezza.
Rossa di capelli è la donna dotata di una forte carica erotica, la donna tentatrice, la donna ribelle – da Lilith in avanti – che non volle mai essere un pezzetto di Adamo.
D’altronde ancora oggi il colore rosso equivale a passione, no?
Il capello rosso, fin dall’antichità, è stato associato al diverso e all’esotico tuttavia con l’avvento della cultura cristiana, viene identificato al male e al peccato e molte donne furono accusate di stregoneria e bruciate sul rogo perché avevano rubato “ il fuoco dell’inferno”.
Ci chiediamo tuttavia come mai il rosso fu scelto come colore nientepopodimenoché per le tuniche dei principi della Chiesa, i cardinali: uno dei tanti dubbi amletici irrisolti.
Anche alcune donne riuscirono ad aderire al movimento dei Preraffaelliti, si distinse per il talento e le tematiche femministe la pittrice Evelyn De Morgan (30 August 1855 – 2 May 1919), nata in una famiglia abbiente londinese, capì ben presto che il suo daimon (δαίμων) fosse la pittura. La mattina del suo diciassettesimo anno annotò sul diario
“L’arte è eterna, ma la vita è breve…
Ora vi porrò rimedio, non ho un momento da perdere”.
Dopo varie insistenze, i genitori la iscrissero alla Slade School of Fine Art.
Nei suoi quadri ripropose le tematiche amate dal movimento: spiritualità, mitologia, magia. I suoi soggetti preferiti furono le emblematiche donne mitologiche: Medea, Circe,(leggi gli articoli) Cassandra, Elena di Troia.
Riferimenti simbolici e metaforici alla luce e alla tenebre, alla vita e alla morte, incentrando la maggior parte della sua produzione sul femminino e sul ruolo della donna in una società patriarcale come si vede nei dipinti.
La sua pittura fu influenzata dagli artisti del Rinascimento e da Botticelli dal quale fu maggiormente colpita e fu determinante per confermare in lei l’amore per l’allegoria e la figura femminile.
Gran parte dei suoi lavori, grazie all’opera della sorella Anna Marie Diana Wilhelmina Pickering-Stirling, sono conservati a Wandsworth, Londra, e possiamo ammirarli presso la De Morgan Foundation.