La Prigione delle Favole Sole

di Carmen Trigiante

Casa editrice: youcanprint, marzo 2020 – 145 pagine


La sinossi è stata per me come una calamita.

Un thriller a tinte noir quello scritto da Carmen Trigiante che con lessico ricercato e scrittura scorrevole, rende la lettura fluida e spinge a scoprire sempre più il prima possibile. Sono diverse le vicende che si evolvono e si intrecciano sapientemente in questo romanzo. Nello scorrere delle pagine troviamo due stili letterari che si fondono a meraviglia, regalando sostegno e ritmo alla trama, con i loro toni introspettivi da un lato e divertenti dall’altro. 

Attraverso un excursus sulla vita adolescenziale della vittima, ci riporta allo stato emozionale vissuto nei banchi di scuola ed offre uno squarcio ironico come lieve frammezzo. Quale ragazza non si è innamorata di un Christian al liceo?

L’abilità descrittiva della scrittrice fa sì che personaggi, luoghi e oggetti prendano vita davanti ai nostri occhi con una scrittura corroborata da similitudini poetiche quali ad esempio:

“ovunque imperava una sciatteria routinaria, la trascuratezza di chi ha lasciato andare la vita senza raccoglierne i cocci”

ed ancora 

 “aprì la porta con delicatezza come chi non vuol destare un neonato dal sonno”. 


Un delitto efferato dall’aria rituale in cui le vite della protagonista e della vittima si intrecciano in un concatenarsi di eventi. La trama fa supporre alcune cose al lettore, salvo poi instillare il dubbio che dietro ci sia di più, condensando in poco più di un centinaio di avvincenti pagine quello che alla fine è un noir psicologico. I personaggi ci si rivelano con tutta la forza della loro umanità, i pregi, i difetti, i sorrisi e i tormenti. Sono profondi, veri, ed assolutamente affini a noi.

La prigione delle Favole Sole è un romanzo che avvince, un mistero intrigato fatto di eros e thanatos, di passato e presente. 

Da leggere tutto d’un fiato con un gran finale che costi quel costi Fiat Iustitia et pereat mundi

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