Il romanzo di Tracy Chevaliere il successivo film di Peter Webber, interpretato da una eccezionale Scarlett Johansson nei panni della protagonista, hanno contribuito a far entrare l’opera nell’immaginario collettivo. Il quadro è stato portato in Italia per la prima volta nel 2013 ed esposto a Bologna in una sala interamente dedicata di Palazzo Fava ed è lì dove io l’ho ammirato. Il quadro è di piccole dimensioni, 44,5 x 39 cm, ma l’intensità che emana mi è arrivata in maniera grandiosa e ne sono rimasta totalmente sopraffatta per l’emozione che scaturisce.
Uno dei dipinti più affascinanti di sempre, diventato così famoso da essere ribattezzato “ La Gioconda olandese” anche per la sua aurea di assoluto mistero
Qual è il suo fascino?
Il quadro, privo di sfondo, ritrae una giovane donna, innocentemente erotica, con il busto di profilo ma il volto ruotato verso l’osservatore, come se si fosse girata per rispondere al richiamo di una voce e in quello sguardo, languido e ammaliante, il pensiero rimanesse sospeso. Non si conoscono né il nome della modella né chi fosse ma i critici sono propensi a ritenerla un’opera su commissione
Pertanto l’opera sarebbe una tronie, una sottocategoria della ritrattistica dell’Epoca d’Oro olandese. Le tronie letteralmente “volto”, “faccia” raffiguravano, infatti, volti d’invenzione e non persone reali e si ipotizza possa essere stata commissionata da un cliente benestante per alcuni elementi presenti, come il turbante indossato dalla ragazza: si trattava di un copricapo molto costoso e che veniva importato dalla Turchia e bisogna considerare che la cromia del turbante è un blu intenso, colore che nell’Olanda del ‘600 si otteneva dai lapislazzuli, pietra dai costi impegnativi, Lo stesso dicasi per la perla, altro accessorio lussuoso, la cui dimensione era per l’epoca, una vera rarità.
Chi è stato a Bologna in occasione della mostra può comunque dire di aver partecipato a un evento irripetibile: sì, perché è stato comunicato in un articolo sul Guardian, che la celeberrima opera non viaggerà mai più per evitare che venga esposta a rischi.
L’opera è stata oggetto di riproduzioni e contaminazioni con vari generi artistici e mi piace sottoporre allo sguardo del lettore la foto che ritrae la versione afro della ragazza.