Palmiro Togliatti e Nilde Iotti, storia di un amore

La storia d’amore tra Palmiro Togliatti e Nilde Iotti è una delle vicende più affascinanti e controverse della politica italiana del XX secolo. Si tratta di una relazione che ha saputo unire passione e impegno politico, superando convenzioni sociali e pregiudizi in un’epoca in cui l’intreccio tra vita privata e vita pubblica era spesso oggetto di giudizio e scandalo.

Gli inizi

Palmiro Togliatti, nato nel 1893 a Genova, è uno dei fondatori del Partito Comunista Italiano e uno dei protagonisti della politica italiana del dopoguerra. È un uomo con una personalità carismatica e una vasta cultura politica, tanto da essere chiamato “Il Migliore” dai suoi compagni di partito e il “Migliore fra gli uomini” dalla stessa Nilde Iotti. 

Nilde Iotti, nata a Reggio Emilia nel 1920, partigiana, è stata una delle figure più importanti del movimento femminile e della politica italiana. Laureata in lettere e filosofia, fin da giovane si distingue per il suo impegno nella lotta antifascista e per i diritti delle donne. Nel dopoguerra, entra a far parte del Partito Comunista Italiano dove incontra Palmiro Togliatti.

L’Incontro e la Relazione

Il loro incontro avviene nel 1946, durante i lavori della Costituente. Nilde ha 26 anni, è giovane, determinata e con una carriera politica promettente. Togliatti, invece, ha 53 anni, è sposato e ha un figlio. Nonostante ci fossero 27 anni di differenza d’età e le complicazioni personali, tra i due nasce una forte attrazione che si trasforma presto in un legame profondo.  Il tormentato rapporto di Palmiro e Nilde è rivelato attraverso quaranta lettere che si scambiarono al principio della relazione. Dal carteggio si evince il racconto del primo anno di segreta passione, dall’incontro a Montecitorio nell’estate del 1946 fino alla convivenza nell’abbaino di Botteghe Oscure. Lettere appassionate e tormentate, colme di un amore forte e indissolubile.

“Forse è bene che tronchiamo – scriveva lei nel 1947, quando la loro storia era appena agli albori – I problemi che si pongono fra noi sono ormai troppi e troppo grandi” –  Nilde Iotti

“Siamo già andati troppo avanti: anche se lo volessimo non potremmo più farlo”

“Non ti lascio andare via, neanche se me lo chiede il partito.” – Togliatti 

Palmiro e Nilde dopo essersi amati in maniera platonica sfidano le convenzioni e i pregiudizi che si erano sviluppati all’interno del loro stesso partito ed escono allo scoperto, decidendo di iniziare una convivenza nell’abbaino all’ultimo piano di Botteghe Oscure, sede del PCI. Decisione che si è resa necessaria In seguito all’attentato subito da Togliatti nel 1948. . La loro rimase una relazione more uxorio per tutta la sua durata, a entrambi non importava avere una fede al dito per considerarsi marito e moglie, tanto che insieme adottano anche una bambina, Marisa Malagoli, la sorella minore di uno dei sei operai rimasti uccisi negli scontri seguenti alla manifestazione modenese del 9 gennaio 1950.

Una vita di impegno comune

La storia d’amore tra Togliatti e Iotti non è solo una vicenda sentimentale, ma anche una collaborazione politica intensa. I due condividono ideali e obiettivi, lavorano insieme per rafforzare il PCI e per promuovere riforme sociali ed economiche in Italia. Nilde Iotti, in particolare, si impegna nella battaglia per i diritti delle donne e per il miglioramento delle condizioni di vita dei ceti meno abbienti. La relazione tra Palmiro Togliatti e Nilde Iotti è stata molto più di una semplice storia d’amore: è stata un sodalizio che ha segnato la storia della politica italiana, dimostrando che l’amore e l’impegno politico possono andare di pari passo, influenzando positivamente il corso degli eventi storici. Uniti hanno saputo superare le barriere del loro tempo, lasciando un’eredità di coraggio, libertà e impegno che continua a ispirare.

Palmiro Togliatti muore nel 1964, lasciando Nilde Iotti a proseguire il suo impegno politico. Nilde continua a essere una figura di primo piano nella politica italiana, diventando la prima donna a ricoprire la carica di Presidente della Camera dei Deputati nel 1979, ruolo che mantiene fino al 1992.

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Nilde Iotti e il suo impegno per i diritti delle donne.

Nilde Iotti entra in politica in un periodo cruciale per l’Italia. Nel 1946, viene eletta all’Assemblea Costituente, un organismo incaricato di redigere la nuova Costituzione italiana dopo la caduta del fascismo e la fine della Seconda Guerra Mondiale. In questo contesto, Iotti si distingue subito per il suo impegno sui temi dei diritti civili e sociali delle donne. Una delle sue prime battaglie è l’inclusione del principio di uguaglianza tra uomini e donne nella Costituzione. Grazie anche al suo contributo, l’articolo 3 della Costituzione italiana afferma che tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso. Questo principio rappresenta una base fondamentale per tutte le successive legislazioni a favore delle donne. Negli anni ’50 e ’60, Nilde Iotti continua la sua lotta per i diritti delle donne, focalizzandosi su temi come il lavoro femminile, la maternità e l’educazione. Sostiene la necessità di politiche che favoriscano l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro, promuovendo leggi che garantiscano la parità salariale e la protezione della maternità. Uno dei suoi obiettivi principali è l’istituzione di un sistema di welfare che supporti le donne lavoratrici. Lavora per l’introduzione di congedi di maternità retribuiti e di servizi per l’infanzia, come asili nido, che permettano alle donne di conciliare meglio la vita familiare con quella professionale.

Nilde Iotti Presidente alla Camera dei Deputati

Nel 1979, Nilde Iotti diventa la prima donna a essere eletta Presidente della Camera dei Deputati, una posizione che le permette di avere un’influenza ancora maggiore nella promozione dei diritti delle donne. Durante i suoi mandati, fino al 1992, utilizza la sua carica per sostenere leggi che favoriscano l’uguaglianza di genere. Uno dei successi più importanti di questo periodo è l’approvazione della legge sulla parità di trattamento tra uomini e donne in materia di lavoro (Legge 9 dicembre 1977, n. 903). Questa legge sancisce il divieto di discriminazione di genere in ambito lavorativo, includendo norme sulla parità salariale e sull’accesso a tutte le professioni e posizioni.

Il Divorzio

Nilde Iotti partecipa attivamente alle campagne per la legalizzazione del divorzio e dell’aborto, due battaglie che segnano profondamente la società italiana degli anni ’70. Nel 1974, il referendum sul divorzio conferma la legge che lo permette, nonostante l’opposizione di molte forze conservatrici e dalla Chiesa cattolica, Iotti, con il suo impegno, contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di questa conquista per la libertà e l’autonomia delle donne. La legge sull’aborto del 1978 è un’altra pietra miliare nella legislazione italiana. Nilde Iotti sostiene fortemente il diritto delle donne di decidere sul proprio corpo, e la legge 194 del 22 maggio 1978 rappresenta una vittoria significativa per il movimento femminista italiano.

Prima dell’introduzione della legge sul divorzio, il matrimonio in Italia era considerato indissolubile, in linea con la tradizione cattolica che ha profondamente influenzato la legislazione italiana. Questo significava che le coppie in crisi non avevano la possibilità legale di sciogliere il loro matrimonio, indipendentemente dalle circostanze. La situazione era particolarmente difficile per le donne, che spesso si trovavano intrappolate in matrimoni infelici costrette a subire ogni tipo di violenza o sopruso. Iotti riteneva che il divorzio fosse una questione di giustizia sociale, in particolare per le donne che subivano le conseguenze di matrimoni falliti.

Negli anni ’60, il dibattito sul divorzio inizia a prendere piede in Italia, riflettendo i cambiamenti sociali e culturali in corso. Nilde Iotti, insieme ad altri parlamentari e attivisti, diventa una delle voci più autorevoli e appassionate a favore del divorzio. Per Iotti, il divorzio non era solo una questione di libertà individuale, ma anche di giustizia sociale, in particolare per le donne che subivano le conseguenze di matrimoni falliti.

L’impegno di Nilde Iotti per i diritti delle donne ha lasciato un’impronta indelebile nella storia italiana. Grazie al suo lavoro, molte delle conquiste ottenute hanno posto le basi per una società più giusta e equa. La sua dedizione e il suo coraggio continuano a essere fonte di ispirazione per tutte le donne che lottano per i propri diritti e per una maggiore uguaglianza.

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©leRossediscendonodaigatti. Testo scritto da Patrizia Zito. Immagine di Anteprima realizzata dall’ufficio grafico di Excalibur Promo.

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