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La Prima
L’opera Carmen di Georges Bizet è senza dubbio una delle composizioni più famose della storia della lirica, è andata in scena per la prima volta il 3 marzo del 1875 generando scandalo tra gli spettatori benpensanti dell’epoca, abituati al sentimentalismo dei libretti tradizionali. La figura di Carmen, rivoluzionaria per l’epoca e attuale ancora oggi, ha catalizzato l’attenzione del pubblico, sollevando temi ancora dibattuti, come la prevaricazione degli uomini sulle donne. Ambientata nella vivace Siviglia del XIX secolo, racconta la storia di Carmen, una donna di spirito libero, passionale e indipendente, con la conclusione drammatica della sua tragica fine per mano di Don José, un soldato incapace di accettare il rifiuto della protagonista. La brutalità di questo finale colpisce non solo per la sua forza emotiva, ma anche per la sua sorprendente attualità, poiché la vicenda si può interpretare come un esempio di femminicidio, un problema che purtroppo ancora oggi affligge la società.
Carmen: un simbolo di libertà e ribellione femminile e per questo stigmatizzata
Carmen è uno dei personaggi femminili più iconici del mondo dell’opera. Lontana dagli stereotipi di donna sottomessa o fragile che dominavano la narrativa ottocentesca, Carmen è una figura audace e anticonformista. Gitana, sigaraia e seduttrice, rappresenta una donna che rifiuta le convenzioni sociali e le restrizioni imposte al suo genere. La sua sensualità e il suo spirito libero fanno innamorare Don José, ma il loro amore si trasforma presto in una spirale distruttiva
Il fascino di Carmen è paragonato a quello della donna ammaliatrice, della strega incantatrice, e Don José, incapace di liberarsi dall’incantesimo che lei esercita su di lui, arriva a ucciderla in un atto finale di impeto furioso. I benpensanti dell’epoca hanno stigmatizzato il personaggio di Carmen, considerando il suo assassinio necessario per ristabilire ordine e controllo. Per la società patriarcale Carmen è ritenuta colpevole di aver distrutto la vita di un uomo, non tenendo in considerazione che l’uomo ha agito di sua volontà.
“L’amour est un oiseau rebelle”
Fin dall’inizio, Carmen afferma la propria indipendenza e la sua volontà di vivere secondo le proprie regole. La sua celebre aria “L’amour est un oiseau rebelle” (“L’amore è un uccello ribelle”) è una dichiarazione d’intenti: l’amore non può essere controllato o posseduto, e lei rifiuta categoricamente qualsiasi legame che la costringa. Questa affermazione di libertà la rende rivoluzionaria, ma anche vulnerabile all’ira degli uomini che desiderano controllarla.
L’amour est un oiseau rebelle
Que nul ne peut apprivoiser
Et c’est bien en vain qu’on l’appelle
S’il lui convient de refuser
Rien n’y fait menace ou prière
L’un parle bien l’autre se tait
Et c’est l’autre que je préfère
Il n’a rien dit mais il me plaîtL’amour
L’amour est un oiseau rebelle
L’amour
Que nul ne peut apprivoiser
L’amour
Et c’est bien en vain qu’on l’appelle
L’amour
S’il lui convient de refuser
Don José: non vittima bensì colpevole
Don José, inizialmente un soldato onesto e devoto, si innamora perdutamente di Carmen, ma la sua passione si trasforma presto in un’ossessione distruttiva. Sebbene lasci la sua promessa sposa Micaëla e abbandoni il suo ruolo nell’esercito per seguirla, non è mai in grado di accettare la vera natura della donna che ama. Carmen non vuole essere posseduta, eppure Don José vede il suo rifiuto come un tradimento personale.
Il mito della donna “tentatrice” che distrugge la vita di un uomo “innocente” è un costrutto culturale che si ripete storicamente, in diverse forme. Don José, nel corso dell’opera, non è una vittima passiva: fa scelte, cede alla gelosia e alla rabbia, che sono sentimenti umani, ma le sue azioni restano di sua responsabilità. Carmen, invece, viene giudicata per la sua libertà sessuale e per la sua decisione di non sottomettersi a un amore possessivo. È interessante notare come spesso, nel commento popolare, la responsabilità della tragedia venga attribuita a Carmen, mentre Don José viene dipinto come una vittima del suo fascino. Questa percezione riflette stereotipi di genere ancora profondamente radicati, anche tra persone colte. Evidenzia come, nonostante il progresso in molti ambiti, ci sia ancora molto da fare per smantellare le narrazioni patriarcali che colpevolizzano le donne per il loro desiderio di indipendenza e autodeterminazione. Carmen, in fin dei conti, rappresenta una donna che sceglie la libertà sopra ogni cosa, persino la vita stessa, e questo spesso disorienta o minaccia le visioni tradizionali sulle relazioni e sui ruoli di genere.
Il tragico finale
Il finale di Carmen è uno dei più potenti e tragici della storia dell’opera. Quando Carmen, ormai stanca delle continue attenzioni di Don José e innamorata di un altro uomo, il torero Escamillo, decide di porre fine alla relazione, José non accetta il rifiuto. La scena finale si svolge fuori dall’arena dove Escamillo sta combattendo. Carmen, ostinatamente ferma nella sua decisione, si rifiuta di tornare da Don José, e proprio in quel momento, lui la uccide, accecato dalla gelosia, la accoltella brutalmente.
Il femminicidio: una riflessione sulla violenza contro le donne
Questa scena può essere letta come un classico caso di femminicidio, un termine che descrive l’uccisione di una donna da parte di un uomo, spesso per motivi di gelosia, controllo o possesso. Carmen viene uccisa perché Don José non può sopportare di perdere il controllo su di lei, perché non accetta che lei abbia scelto la propria libertà sopra il suo amore. La sua morte non è solo il tragico epilogo di un dramma amoroso, ma un atto di violenza simbolica contro l’autonomia femminile.
Bizet, nel presentare questo crimine, non giustifica in alcun modo l’atto di Don José. Al contrario, la musica e la drammaturgia sottolineano la brutalità e l’ingiustizia dell’uccisione di Carmen, che fino all’ultimo rimane fedele ai propri principi, pagando però con la vita il prezzo della sua indipendenza.
Il dramma nel dramma: l’attualità del tema
L’opera di Bizet, pur essendo stata scritta quasi 150 anni fa, rimane tragicamente attuale. Ed è questo il vero dramma, il femminicidio è ancora oggi una piaga sociale, e la storia di Carmen rappresenta un esempio lampante di come la violenza maschile sia spesso il risultato dell’impossibilità di controllo e della frustrazione per l’incapacità di accettare la libertà e l’autodeterminazione delle donne. Carmen, in questo senso, non è solo una vittima, ma anche un simbolo di resistenza: è uccisa perché si rifiuta di conformarsi alle aspettative patriarcali, perché rivendica il diritto di scegliere il proprio destino.
Il femminicidio di Carmen è un monito che non possiamo ignorare.
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©leRossediscendonodiagatti – Testo scritto da Patrizia Zito e immagine di anteprima realizzata dall’ufficio grafico di ExcaliburPromo