Cecilia Payne è la donna che ha scoperto la composizione dell’Universo, nientepopodimenochè! Eppure, non è stata minimamente riconosciuta. I libri scrivono che l’atomo presente in maggiore quantità nell’Universo è l’idrogeno, ma non dicono a chi dobbiamo la scoperta.
È veramente assurdo, se consideriamo che ogni anno le famiglie italiane si fanno carico dell’acquisto di nuovi testi scolastici. Una spesa totalmente inutile dato che, gli argomenti trattati non vengono aggiornati alla luce dei nuovi riconoscimenti alle molteplici donne che si sono distinte e che sono state per troppo tempo oscurate.
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Le difficoltà dei primi anni
Fin dai primi anni di scuola, l’amore e le attitudini per la scienza in C. Payne erano manifesti. La madre, tuttavia, si rifiutò di investire soldi per la sua istruzione universitaria, ma lei riuscì nel 1919, a vincere una borsa di studio a Cambridge dove completò i suoi studi in chimica e botanica. La laurea non le fu riconosciuta perché donna; a Cambridge le studentesse dovranno infatti aspettare il 1948 per poter veder riconosciuta la loro laurea al pari dei colleghi uomini.
Come nasce la passione per l’astrofisica.
In quegli stessi anni C. Payne riesce ad assistere alla conferenza del più illustre astrofisico britannico, Sir Arthur Eddington, e ne rimase folgorata: non riesce a dormire per tre notti e infine realizza che il suo futuro deve essere nell’astrofisica. Sorgono ancora impedimenti: nel Regno Unito è impossibile che una donna possa proseguire gli studi con un dottorato di ricerca. Tuttavia, riesce a ottenere una borsa di studio, grazie anche a una lettera di raccomandazione scritta da Sir Arthur Eddington, così abbandona Cambridge per trasferirsi a Harvard negli Stati Uniti.
La grande scoperta
Il primo gennaio 1925, a soli venticinque anni, consegue il dottorato di ricerca, prima donna ad Harvard, con una tesi intitolata “Atmosfere stellari”, un lavoro che sarà definito dall’astrofisico Otto Struve come “il lavoro più brillante mai scritto in astronomia”. Cecilia, applicando metodi di analisi innovativi che aveva approfondito da sola, riuscì a dimostrare che le stelle sono formate principalmente da idrogeno ed elio. Questa era davvero una scoperta rivoluzionaria! Fino ad allora si riteneva fossero composti degli elementi della crosta terreste, cioè dagli atomi dei metalli pesanti quali ferro, silicio, alluminio.
Consigli o intimidazioni?
Questa scoperta era di una portata immensa e per di più ad opera di una giovane donna. Il mondo accademico scientifico americano non poteva certa accettare che una ragazzina proveniente dall’Europa sconvolgesse le loro certezze sostenendo che il Sole e le stelle fossero formati al 98% da idrogeno! Così il professor Henry Norris Russel (proprio quello che dà il nome al noto diagramma di classificazione delle stelle, il diagramma Hertzsprung-Russell), durante la fase di revisione della tesi, la “consigliò” di rivedere le conclusioni del lavoro – aveva altra scelta?
Il suddetto professore è lo scienziato accreditato alla scoperta che la composizione del sole è diversa da quella della Terra, ma giunse alle sue conclusioni quattro anni dopo Payne, dopo averle fortemente consigliato di non pubblicare le sue.
Cecilia aveva trasformato un Universo composto da metalli pesanti, in un Universo leggero e gassoso: una scoperta rivoluzionaria! Che però le fu negata per lo scetticismo di colleghi più famosi e convinti delle loro certezze.
Cecilia Payne è stata la prima donna ad essere promossa a professoressa ordinaria a Harvard, a lei va il merito di aver tracciato la strada per le donne nel dipartimento di scienze di Harvard e in Astronomia, oltre ad aver ispirato intere generazioni di ragazze a intraprendere lo studio delle scienze.
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