Il Mostruoso femminile. Il patriarcato e la paura delle donne.

Autrice: Jude Ellison Sady Doyle

Edizione: Tlon

Data pubblicazione marzo 2021

Cover di Caterina Ferrante 

Titolo originale: Dead Blondes and Bad Mothers, Monstrosity, Patriarchy and the Fear of Female Power

Il tenore del libro si rivela immediatamente , dalla dedica della scrittrice:

a mia figlia,

possa essere feroce.

E difatti è un saggio di una potenza feroce e devastante. Non si rimane indifferenti durante la lettura e soprattutto non si è più le stesse alla fine. Non si può non provare sofferenza per le storie raccontate, la narrazione è talmente minuziosa che urla un dolore arcaico, antico che si sprigiona ad ogni rigo e che si origina dalla notte dei tempi. Un racconto dettagliato che ha richiesto un lavoro durissimo da parte della scrittrice.

Jude Allison Sady Doyle attinge a piena mani dalla cronaca, dal cinema, dalla letteratura, dalla mitologia; la bibliografia e le fonti utilizzate sono imponenti.

Il Mostruoso femminile fa luce e chiarezza e svela senza edulcoranti né virtuosismi le iniquità che il patriarcato ovunque imperante ha fatto subire nel corso dei secoli alle donne. Il fil rouge del racconto è la mistificazione che il patriarcato ha attuato sistematicamente per oscurare la verità, per giustificare i propri crimini e per catalogare ogni forma di ribellione femminile nell’ambito della mostruosità. Si inizia con l’Apocalisse biblica, ovviamente donna – ça va sans dire – simboleggiata da una regina lussuriosa con in mano un calice d’oro “colmo delle abominazioni e delle impurità della sua prostituzione.”

Si indaga sulle vittime femminili suddividendole in tre macro categorie: le Figlie, le Mogli, le Madri. Ruoli femminili per antonomasia prigioniere di uno status che le vuole devote e sottomesse agli altri, rispettivamente i padri, i mariti, i figli. 

Gli esempi citati sono una moltitudine, reali e leggendari, mitologici e fabulistici, spazia dal mito delle Sirene alla dea babilonese Tiāmat, il serpente marino, madre di tutte le cose e forza generatrice del cosmo, da Jurassic Park a Mary Shelley e il suo Frankenstein , da Rebecca la prima moglie a L’Esorcista, da Clitemnestra alle fate, da Bridget Cleary a Circe. Non esclude nessuna, le troviamo tutte in fila nei loro orrori subiti. Jude Allison Sady Doyle ci mostra il vero volto della storia e ci svela come sia stata trasposta alterandone la verità.

Jude Allison Sady Doyle parte da un presupposto: il patriarcato è un’egemonia culturale presente dall’eternità, che ingabbia le donne perché ne ha paura. Bellezza, intelligenza, ambizione sono virtù femminili che gli uomini considerano minacciose. Se le donne vivessero liberamente e si prendessero ciò che è loro stato tolto, gli uomini perderebbero i privilegi di cui godono per il solo fatto di essere uomini.

“Il terrore delle donne è forse la più importante verità dietro la misoginia. Del resto, una gabbia ha due scopi. Il primo è di confinare, tenere in trappola, impedirci di fare incursioni nel loro territorio e di impadronirci di ciò che reputano proprio e che se sei maschio è più facile ottenere: il lavoro, i soldi e il rispetto. Ma il secondo scopo di una gabbia, il più interessante, è quello di proteggere il mondo circostante da ciò che è rinchiuso dentro: la gabbia esiste per evitare che le donne ne escano fuori. (…)”

L’esempio più semplice per capire il meccanismo che descrive Jude Allison Sady Doyle è quello delle streghe “le donne al limitar del bosco.” Per giustificare la persecuzione, la tortura e l’uccisione di migliaia di donne, il patriarcato ha trasformato quelle che erano semplicemente donne che rivendicavano autonomia facendo qualcosa che non avrebbero dovuto (levatrici, curatrici, esperte nell’uso delle erbe medicinali, prostitute) in mostri. Raccontandoci che erano creature spaventose, perfide, capaci di atrocità. 

“La strega è sempre stato il mostro femminista per eccellenza”

E da qui il bivioda una parte le donne che avrebbero avuto l’ardire di uscire dal recinto, dalla gabbia, bruciate vive e dall’altra le donne che si sono impegnate per rimanere nel recinto e non diventare “streghe”, rinunciando di fatto all’auto-realizzazione.

Le streghe moderne sono le donne tenaci, anticonformiste, intelligenti, indipendenti, libere sessualmente ed emancipate. Sono le donne che mirano i propri obiettivi e fanno centro. Sono quelle che hanno un peso sociale ed economico. 

“La violenza cui siamo sopravvissute sarà la bussola del nostro cambiamento. Il fuoco che arse le streghe sarà il faro sul nostro cammino”,

“ È questa l’apocalisse, dall’etimologia greca della parola che significa svelamento, la rivelazione di una verità nascosta. In questo senso l’Apocalisse è femmina.” 

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