Olympe de Gouges. Una femminista al patibolo.

Siamo in piena Rivoluzione Francese e Olympe morì sul patibolo, additata come prostituta, soltanto perché voleva essere una donna libera. Era il 3 novembre 1793, negli ultimi istanti di vita, prima di porre la testa sotto la lama affilata, affermò con una battuta sferzante le sue idee sulla parità tra i sessi. “Le donne avranno pur diritto di salire alla tribuna, se hanno quello di salire al patibolo”. Aveva 45 anni.

Chi era Olympe?


Olympe, figlia di un uomo di lettere, il marchese Jean-Jacques Lefranc de Pompignan, dal quale non venne mai riconosciuta, era una donna audace e scomoda, la cui bellezza non passava inosservata. Scomoda per le istituzioni, invisa ai giacobini e vittima delle calunnie che tanti, anche tra i rivoluzionari, le riversarono addosso per il suo stile di vita improntato a una libertà senza confini. 

Rimasta vedova molto giovane con un figlio a carico, aveva scelto di non sposarsi mai più, rifiutando l’istituzionalizzazione di un sentimento, preferendo relazioni senza il vincolo matrimoniale. Le sue scelte le costarono l’appellativo di cortigiana, nomea che le sopravvisse anche alla morte. 

Fu una donna molto coraggiosa che lottò contro la schiavitù nelle colonie e contro l’autorità patriarcale della società francese. Osò sfidare persino il re; quando Luigi XVI sigla la “Dichiarazione dei diritti dell’uomo”, escludendo le donne e acuendo le disuguaglianze di genere, rimase talmente delusa da scrivere di suo pugno nel 1791 la “Dichiarazione dei diritti della donna e della cittadina”. Al primo punto si legge: “La donna nasce libera e ha gli stessi diritti dell’uomo”, seguito da altri 16 punti.

Armata di grande determinazione Olympe presentò la sua Dichiarazione direttamente al Palazzo reale, chiedendo l’aiuto e il patrocinio di Maria Antonietta, ma non ricevette nessuna risposta. Nonostante ciò non si fermò, denunciò tutti i rappresentanti politici e criticò aspramente il governo, venne arrestata e dalla Bastiglia continuò a perorare la sua causa per l’uguaglianza dei diritti tra donne e uomini.

Non le mandava certo a dire, Olympe era una vera pasionaria! 

“Uomo, sei capace di essere giusto? È Una donna che te lo chiede. Dimmi: chi ti ha dato il potere sovrano di opprimere il mio sesso?”

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Olympe, una femminista ante litteram

Pagò con la vita le sue idee illuminate e progressiste, aveva scritto “La dichiarazione dei diritti delle donne e delle cittadine”, aveva promosso una prima forma di welfare per le madri, per il riconoscimento dei figli nati fuori dal matrimonio, per il divorzio, per l’estensione completa del suffragio, perché alle donne fosse permesso di presenziare alle cerimonie pubbliche, battendosi anche per l’abolizione della schiavitù. Aveva intrapreso una battaglia sulla mancanza di adeguati standard d’igiene negli ospedali: a Parigi una donna su quattro moriva di parto in seguito a infezioni. Si era schierata contro la consuetudine di imporre il convento alle giovani donne senza dote. La stampa commentava le sue iniziative, denigrandola con accenti pregni di una misoginia dura a morire. Veniva sminuito il suo lavoro e si cercava di farla passare come un’esaltata da cui tenersi alla larga. 

Olympe fu attaccata su tutti i fronti, accusata di occuparsi di argomenti non adatti a una donna e criticata per lo stile delle opere, ritenuto troppo diretto. 

Dal 1784 alla sua morte, avvenuta nove anni dopo, Olympe scrisse, o meglio dettò – pensate sapeva leggere e scrivere a malapena!- una ventina di pièces teatrali , oltre a una sessantina di testi politici, opuscoli, manifesti, articoli, libelli e discorsi, sempre caratterizzati da una forte connotazione sociale.

Olympe negata dalla storia

Che sia ben chiaro che fu un’attivista che lottò tutta la vita per i diritti delle donne. Ma dovettero passare ben due secoli prima che le venisse riconosciuta la doverosa visibilità e dato il giusto merito nelle pagine di storia. Si volle far cadere l’oblìo sulle sue opere affinché in nessun altra donna insorgesse il desiderio di emulazione. 

Solo, infatti, nel secondo dopoguerra nuove ricerche storiografiche le restituirono il posto che meritava tra i grandi della Rivoluzione Francese. Il primo a pubblicare un libro su Olympe fu lo storico francese Olivier Blanc nel 1981 


Olympe de Gouges fu una precorritrice nella storia per le sue convinzioni. Una donna eccezionale, un’illuminista, un’antesignana non solo per il suo lungo impegno politico, ma soprattutto per le sue posizioni d’avanguardia, in difesa delle donne e dei più deboli, una donna senza peli sulla lingua che espresse coraggiosamente le sue idee e per le quali morì sul patibolo.

Onore e gloria a Olympe!

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