Le lettere di Rainer Maria Rilke alla “gatta narcisista”

Così Freud amava chiamare colei che da allieva divenne una sua fidata collaboratrice e consigliera. Una delle donne che con il suo magnetismo fece capitolare la crème dei pensatori dell’epoca.

Chi si cela dietro questo epiteto?

Lou Andreas Salomè, dal nome evocativo e di fatto qualche testa l’ha fatta cadere anche lei, seppur in senso simbolico. Aristocratica russa (leggi anche Anna Karenina) nasce a San Pietroburgo nel 1871, donna dalla personalità eclettica, anticonformista, ribelle, indipendente, arguta. Amante della cultura, all’età di diciannove anni ha già acquisito la perfetta conoscenza di filosofia, letteratura e teologia. Chiunque la conoscesse finiva catturato dalla ragnatela del suo indiscusso fascino. Il primo fu il suo precettore che arrivò persino a rompere il matrimonio per chiedere la sua mano, ma in cambio ebbe il suo diniego. 

Il periodo romano

Ma è quando si trasferisce a Roma che la sua vita ha una svolta. Qui conosce lo scrittore e filosofo tedesco Paul Rée Friedrich Nietzsche che la definì «acuta come un’aquila e coraggiosa come un leone» (l’aquila, il leone e il serpente, sono gli animali simbolo di Così parlò Zarathustra). I tre vanno a convivere insieme, dando vita ad un insolito ménage à trois di stampo filosofico, in cui regnava il libero pensiero ma anche il libero sesso, come testimonia una foto documentale del 1880 che ritrae i tre amici completamente nudi e in pose licenziose. Una coabitazione di menti libere e affini – situazione assolutamente inusuale per l’epoca Tuttavia i due pensatori, come tutti gli uomini che Lou incontra nella vita, fraintendono il suo interesse intellettuale scambiandolo per condiscendenza sentimentale. Entrambi le chiederanno la mano ed entrambi saranno rifiutati. Nietzsche cade nello sconforto, abbandona la comune e si ritira a scrivere quello che lei gli aveva già ispirato: Così parlò Zarathustra

Lou Andreas – Salomé incarna l’immagine archetipica della dea Athena, ammalia qualunque artista, filosofo, poeta, per attingerne conoscenza, la sua caratteristica è una seduzione mentale, unita ad un’audacia di pensiero, non rifiuta i piaceri della carne ma li pone in secondo piano, prendendo il massimo godimento dagli arrovellamenti intellettuali.

“Non conformerò mai la mia vita a dei modelli, e non lo faccio per principio,

ma c’è qualcosa dentro di me che brucia e quel qualcosa sono io”

– Lou Andreas Salomé

Persino quando deciderà di sposarsi con lo scrittore e filosofo Friedrich Carl Andreas, il loro sarà un matrimonio bianco. Il marito la presentò, dopo la scomparsa di lei nel 1937, nel suo saggio My sister, my spose con queste parole : «Fu un Faust in gonnella, poco interessata a gingillarsi con parole vuote. Quello che voleva era scoprire la forza nascosta che regge il mondo e ne guida la corsa: conoscerla, farla propria, amarla. »

Eppure arrivò chi la fece innamorare! 


Nel 1897 Lou ebbe una relazione sentimentale con Rainer Maria Rilke, definito il più grande poeta di lingua tedesca, durante un periodo in cui la poesia rappresentava ancora il culmine delle arti letterarie. Il suo incontro con Lou Andreas Salomé, a detta di molti, ha rappresentato la sua rinascita d’uomo.
Si conobbero durante una rappresentazione teatrale ma ancor prima il poeta le aveva inviato, in forma anonima, alcune poesie. Lou riconobbe l’autore dalla grafia della prima lettera che Rilke le scrisse. Salomè era già sposata ed era più grande di lui di quattordici anni.

Con lui intrattenne una relazione abbastanza turbolenta che durò quattro anni e che per Rainer Maria Rilke si trasformò in dipendenza affettiva. Fecero insieme due viaggi: in Russia nel 1899 e nel 1900. Alla fine del secondo viaggio, Lou sente la necessità di sciogliere un legame diventato per lei opprimente e debilitante, tuttavia il sentimento di natura unica che lega i due non viene mai meno per un quarto di secolo. Sul letto di morte Rilke, che è stato sempre in relazione epistolare con l’amica, indirizza le sue ultime parole all’ex amante, memore della promessa da questa fattagli di essere con lui “nell’ora peggiore”. Il biglietto che Lou scrive a Rilke il 13 dicembre 1926, due settimane prima di spegnersi, è un documento sconvolgente:

«Vai incontro al tuo dio oscuro. Egli potrà per te quello che io non posso più: egli ti può consacrare al sole ed alla maturità» Lou Salomé – 13 dicembre 1926

Molte delle lettere scambiate sono andate perdute; quelle di lei in numero maggiore. La perdita è grave non solo per il senso di discontinuità che può ingenerare il carteggio (sopperita, fortunatamente da passi di diari, lettere e opere di Lou) ma per la qualità dei messaggi di questa donna che nel frattempo era diventata da allieva a collaboratrice di Freud e psicanalista ella stessa.

Leggi anche la storia d’amore del poeta Bukowski e della musa che ha ispirato i suoi scritti più intensi

Ed ecco una selezione dei loro scritti:


«Lei ama le rose? Per me è come se sulla terra fiorissero tutte per Lei e grazie a Lei – ed è semplicemente una Sua benevola concessione se la primavera può conservarle e fingerle sue.»
(Rilke a Lou, Monaco, 3 giugno 1897)

«Ti ricordi ancora di Roma, cara Lou? Com’è nella tua memoria?Nella mia rimarranno un giorno solo le sue acque, queste limpide, stupende, mobili acque che vivono nelle sue piazze; e le sue scale, che sembrano modellate su acque cadenti, tanto stranamente un gradino scivola dall’altro come onda da onda; la festosità dei suoi giardini e la magnificenza delle grandi terrazze; e le sue notti, così lunghe, silenziose e colme di stelle.»
(Rilke a Lou, 3 novembre 1903)


«Questa gioia che aleggia sopra le tue lettere non è ancora scesa fino a te: ma è tua, e alla sua ombra ti riposerai di tutto ciò che fa male.»
(Lou a Rilke, Berlino, 7 Agosto 1903)


«Un giorno fra tanti anni tu capirai che cosa sei veramente per me. Ciò che una sorgente alpina è per l’assetato.»
(Rilke a Lou – Ibidem)


«Tu sei il mio giorno di festa. E quando in sogno vengo da te, porto sempre fiori tra i capelli. Vorrei metterti dei fiori tra i capelli. Quali? Nessuno è abbastanza semplice e commovente. Da quale maggio li prenderò?»
(Rilke a Lou – Ibidem)

«Di tutti i miei pensieri, infatti, quello per te è l’unico in cui trovo riposo, talvolta mi distendo completamente in esso e in quello dormo e da quello mi alzo… Cammini nel vento che trasforma il mondo.»
(Rilke a Lou – Roma, 3 Novembre 1903)


«…il rivedere te è l’unico ponte verso tutto ciò che sarà, tu lo sai, Lou.»
(Rilke a Lou – Brema, 7 Gennaio 1905)

«Fosti la più materna delle donne. Fosti un amico come lo sono gli uomini. Una donna, sotto il mio sguardo. E ancora più spesso una bambina. Fosti la più grande tenerezza che ho potuto incontrare. L’elemento più duro contro il quale ho lottato. Fosti il sublime che mi ha benedetto. E diventasti l’abisso che mi ha inghiottito». (Rilke a Lou, 1910)


«Tu mi hai regalato un frammento di vita e io ne avevo bisogno ancora più ardentemente di quanto tu non sappia.
Lou.»
(Lou a Rilke – Tutzing, 6 Giugno 1919)

Ah il potere delle parole! Emily Dickinson scrive: “Non conosco nulla al mondo che abbia tanto potere quanto la parola. A volte ne scrivo una, e la guardo, fino a quando non comincia a splendere”. Un’altra poetessa più contemporanea, Anne Sexton scrive: “ Bisogna avere cura delle parole, le parole sono come le uova, una volta rotte non si possono più ricomporre”

E quali parole sono più forti e potenti di quelle scritte nelle lettere d’amore. Quando poi a scriverle sono i poeti, le parole sono perle di rara bellezza e manifattura.

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