Ippolita, la regina delle Amazzoni.

Secondo la tradizione, le Amazzoni(leggi l’articolo) obbedivano alla regina che indossava la cintura d’oro di Ares, simbolo di potere e superiorità. La regina più importante fu Ippolita, famosa nel mito perché protagonista della nona fatica di Eracle. Così la descrive Virgilio nell’Eneide:

“guerriera ardita,
che succinta, e ristretta in fregio d’oro
l’adusta mamma, ardente e furiosa
tra mille e mille, ancor che donna e vergine,
di qual sia cavalier non teme intoppo.”

Publio Virgilio Marone, Eneide, libro I, 491.493 – traduzione di Annibal Caro

La cintura di Ares

Ippolita è la più famosa fra le regine delle Amazzoni, (leggi l’articolo) l’unica su cui si tramandano numerose leggende spesso contrastanti fra di loro. Anche la genealogia è piuttosto confusa, l’unico dato comune a tutte le versioni è che sia la figlia prediletta da Ares, il quale a dimostrazione del suo affetto e della sua stima, le donò la sua cintura, simbolo del comando.

Giulio Igino, scrittore e bibliotecario latino nella fab. 21. 30 tit.,10
racconta che la fama di questo dono si diffuse per tutta la Grecia, e Admeta di Micene era disposta a tutto per ottenerla, così supplicò il padre Euristeo, il quale incapace da solo di compiere l’ardita missione, convocò l’eroe Eracle. Eracle radunò i migliori eroi della Grecia per aiutarlo nell’impresa, fra cui Teseo, e con loro si recò in Tracia. 

La leggenda narra che Ippolita, regina feroce in guerra ma dal cuore generoso, accolse benevolmente la delegazioni di eroi e fosse disposta a donare il prezioso ornamento. Si intromise Era che odiava la regina Ippolita perché rappresentava la trasgressione al “normale” ruolo della donna fedele e devota che Era incarnava, di conseguenza voleva annientarla.

Era, assunto l’aspetto di un’Amazzone, seminò fra le guerriere la voce che Ercole in realtà covava il reo proposito di rapire la regina e che la conquista della regale cintura fosse soltanto una tesi pretestuosa.

Scoppia la guerra

Le Amazzoni allora insorsero in difesa della loro regina Ippolita, Ercole e gli altri sospettarono che la benevola accoglienza celasse invece un inganno; si accese un’aspra battaglia durante la quale scese in campo la stessa Era, le Amazzoni furono sconfitte, la regina Ippolita perì per mano di Ercole che impadronitosi della cintura, prese la via del ritorno.

Le Amazzoni non si diedero per vinte e tentarono di invadere Atene ma furono sconfitte da Teseo che sposò Antiope, una delle superstiti e dalla loro unione nacque Ippolito.

Un’altra versione della leggenda vuole Ippolita rapita da Teseo, il quale condotta la regina ad Atene, la prende in sposa e dalla loro unione nasce Ippolito. Questa seconda ipotesi è stata utilizzata dalla commedia di Shakespeare “Sogno di una notte di mezza estate” la cui trama ha inizio durante i preparativi per le nozze di Teseo e Ippolita.

Ippolita nella diffusione di massa

La figura eroica di Ippolita ha affascinato registi, sceneggiatori, compositori, ed è stata utilizzata in tutte le forme artistiche. Fra le più conosciute ed apprezzate anche dal grande pubblico cito Wonder Woman, eroina dell’omonimo fumetto nato dalla fantasia di William Moulton Marston. La bellissima donna, dai capelli corvini e dalla vita sottile ornata dalla preziosa cintura, è difatti la figlia di Ippolita, la quale si era rivolta alla dea Afrodite per soddisfare il proprio desiderio di maternità. Wonder Woman tolte le sue vesti da super eroina e riassunte le sembianze umane si chiama Diana (nome latino di Artemide)

Dal fumetto è stata tratta nel 2017 la pellicola cinematografica diretta dalla regista Patty Jenkins

Ippolita come archetipo

Jung e buona parte della psicologia da lui derivata ritiene che gli archetipi siano presenti nell’inconscio umano e in quello collettivo e che essi possano condizionare la πρᾶξις (l’agire) e il νοῦς(il pensiero) delle persone grazie alla loro carica emotiva. Ippolita è immortale, il suo archetipo sopravvive ai secoli e si incarna in ogni donna che lotta oggi per un ideale, per una giusta causa, per il riconoscimento dei propri diritti di genere. Il suo spirito combattivo ama competere con nemici alla pari, terrà alla larga avversari lamentevoli. È una donna che ama comandare, la sua cifra è l’orgoglio, quella forza motrice che la farà diventare paladina a sostegno del Gruppo e che la spingerà alla auto-affermazione. E in quanto tale rappresenta l’archetipo di ogni donna appartenente al segno dell’Ariete, di cui io ne sono una fiera esponente.

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