Donna Franca Florio, la “stella d’Italia” regina della Belle Époque Siciliana

“Stella d’Italia” era l’epiteto con cui l’aveva soprannominata il Kaiser Guglielmo II, e Gabriele D’annunzio “l’Unica. Una creatura che svela in ogni suo movimento un ritmo divino”. Narratur che una sera, alla Scala di Milano, Arturo Toscanini volse le spalle all’orchestra mentre era in corso un applauso, per dirigere il suo inchino verso un palco: aveva fatto il suo ingresso Franca Florio.

Chi era Donna Franca Florio?

Oggetto di tali attenzioni era Franca Jacona, nata nel 1873, appartenente all’alta aristocrazia palermitana, tuttavia decaduta economicamente. Franca è una donna di bellezza impareggiabile, il suo viso dalla pelle ambrata e dagli occhi smeraldo è incorniciato da una fluente chioma di capelli corvini che insieme alla sua armoniosa figura con una statura che supera il metro e settanta – altezza mezza bellezza diceva mia nonna – le fanno spalancare tutte le porte. Va in sposa all’età di 24 anni al ricchissimo Ignazio Florio, un imprenditore, di origine calabrese e non di illustre casato, che ha il potere di trasformare in oro tutto ciò che tocca.

Possedeva banche, industrie, cantine vinicole (come non ricordare il marsala Florio), fonderie, tonnare, saline e una delle più grandi flotte italiane, la Società di Navigazione Italiana, senza dimenticare le isole Egadi. Appassionato di auto, aveva istituito la Targa Florio dando il via alla prima gara automobilistica disputata in Sicilia. Una corsa che si svolgeva lungo il circuito delle Madonie e grazie alla quale aveva favorito l’ingresso di nuovi investimenti per valorizzare il territorio.

Donna Franca, connubio di fascino, intelligenza e intraprendenza

Franca, insieme al lustro del suo casato, porta eleganza, classe e stile a Ignazio, che senza di lei sarebbe stato un comune parvenue ossessionato dalle femmine; eh sì perché Ignazio ne collezionava molte di avventure con attricette e ballerine dell’epoca. Tuttavia Franca non fece mai scenate, sosteneva che “i panni sporchi si lavano in famiglia”.

Parlare di Donna Franca solo per la sua bellezza, significa farle un torto. Franca era anche un’abile imprenditrice, aiutò il marito Ignazio negli affari di famiglia, decise e organizzò in grande libertà secondo il suo gusto e la sua ragione e contribuì ad accrescere lo splendore del casato Florio e ad aumentare il prestigio internazionale della sua regione natìa, la Sicilia. 

Donna Franca e il dipinto del mistero

Boldini l’ha ritratta nel 1903 in un ardito dipinto rendendola immortale, la tela è notevole, alta 221 cm e larga 120, la spallina abbassata, l’abito aderente che esalta il vitino sottile, la bellezza di donna Franca è seducente, una dea siciliana. Il dipinto per parecchi anni è stato oggetto di diatribe; si riteneva che Boldini avesse realizzato più copie dello stesso dipinto. Recentemente,il quadro è stato sottoposto ai raggi X ed è emersa una nuova verità, Boldini non aveva realizzato più copie, ma semplicemente era intervenuto sullo stesso con arrangiamenti. Aveva accorciato l’abito sontuoso ed eliminato le maniche, lasciando così esposte le caviglie e le braccia. Un riadattamento che rendeva la mise della celebre donna, perfettamente à la page con la moda dei ruggenti Anni Venti. Il primo dipinto è datato 1901, il secondo 1903 e il terzo ed ultimo 1924.

Ritratto di Franca Florio, Boldini, 1901-1924

Regina di Sicilia, regina della  Belle Époque, magistra elegantiarum

Se socchiudo gli occhi, posso vederla… alta con incedere regale, fare il suo trionfale ingresso nei grandi saloni gattopardiani mentre gli sguardi di tutti gli astanti convogliano su di lei in religioso silenzio…posso perfino sentire la scia cipriata di profumo…

Intesseva amicizie con grandi uomini, quelli veri. Si vestiva come le pareva, scuciva una spallina e lanciava una moda. I giornali europei definirono Franca Florio come “the best looking woman of Italy”. Con un salto indietro nei secoli, possiamo paragonarla a Isabella d’Este ( leggi l’articolo).Polo di attrazione di tutti i salotti palermitani, Franca Florio catturava gli sguardi degli uomini, desiderosi di lei, ma che almeno a quanto si dice, potevano godere solo della sua casta presenza.

Eccola, quindi, protagonista di serate mondane, mentre sfoggia abiti sontuosi e preziosissimi gioielli realizzati per lei da Cartier e da Lalique e che il marito Ignazio Florio amava regalarle, come l‘esclusiva collana, ritratta da Boldini, lunga ben sette metri e contenente 365 perle, una per ogni giorno dell’anno o – come riportano le leggende – per ogni lacrima versata dalla donna a causa delle scorribande sentimentali del marito.


Donna Franca con un’innata propensione alle pubbliche relazioni, sostenuta dalla conoscenza di ben quattro lingue, accoglieva il jet set internazionale, regnanti, artisti e menti illustri, ben felici di soggiornare e di investire capitali nella splendida Palermo, diventata centro propulsivo di fermenti culturali e artistici. Splendidi palazzi in stile Liberty furono edificati nel centro della città ancor prima che il movimento attecchisse nel resto dell’Europa, facendo esplodere la città di un’assordante magnificenza. 

L’inesorabile declino

Eppure il cuore di questa donna, aveva dovuto sopportare dolori indicibili come la perdita di tre figli. E iniziavano a insorgere i primi problemi che segnarono il tracollo dello stupefacente impero dei Florio. Un impero che aveva dato lavoro a ben 16 mila persone.

Per questioni politiche lo Stato decise di spostare il flusso delle navigazioni sul porto di Genova, tagliando le convenzioni alla Società di Navigazione Florio, altri accadimenti negativi segnarono ulteriori perdite economiche, sancendo l’intervento della banche nell’acquisizione del patrimonio Florio. Alla famiglia Florio restò soltanto l’onore di un nome e la tristezza di essere stati abbandonati da tutti. Donna Franca con grande dignità mise all’asta i suoi favolosi gioielli, ma niente servì e il fallimento di tutte le loro imprese fu inesorabile portandoli all’indigenza assoluta.. Lasceranno Palermo per trasferirsi dalla figlia Igea a Roma, dove gli splendidi occhi smeraldo della “Stella d’Italia” si spegneranno nel 1950 circondata dall’affetto dei suoi nipoti.

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