Colette, la scrittrice che ha sfidato tutte le convenzioni.


Colette, artista completa, ballerina e attrice di teatro ma la sua vera passione era la scrittura ed è riuscita a creare dei piccoli capolavori.

Ha sfidato tutte le convenzioni sociali dell’epoca, sovvertendo ogni tabù, vivendo al limite e azzardando sempre. Si è curata poco dei pregiudizi e di quello che la società si aspettava da lei. Una donna coraggiosa e impavida e per il Il suo stile di vita è diventata un manifesto per l’emancipazione femminile, nonostante Colette si fosse sempre dichiarata antifemminista, rifiutando in toto le istanze femministe. Si schierò con toni duri contro i movimenti a favore dell’emancipazione femminile che iniziavano a vedere le prime luci dell’alba proprio nella sua epoca, la Belle ‘Époque. Ad un giornalista che nel 1910 le chiese se fosse femminista, lei rispose:

“Femminista io? Starà scherzando. Le suffragette mi fanno schifo. E se a qualche francese salta in testa di imitarle, spero che le facciano capire che comportamenti del genere in Francia non sono tollerati. Sa che cosa meritano le suffragette? La frusta e l’harem.

Sidonie – Gabrielle Colette questo il suo nome completo, figura eclettica e disinibita, indossava con nonchalance i pantaloni, giocava con la sua sensualità e sessualità ambivalente, senza farsene un problema. Si è mostrata nuda a teatro in un’epoca in cui anche soltanto a mostrare le caviglie si gridava allo scandalo.

Colette, il marito e il furto di “penna”

Nel 1893 Colette sposa Henri Gauthier-Villars, noto con lo pseudonimo di Willy, più anziano di lei di quattordici anni, un imprenditore privo di scrupoli che assoldava scrittori che scrivessero sotto falso nome: il suo. Aveva ereditato la casa editrice di famiglia, ma la vita dissoluta e al di sopra delle sue possibilità lo aveva ridotto sul lastrico, così da parassita quale era, pensò di sfruttare le capacità e l’intelletto superiore della moglie, usurpando i romanzi da lei scritti e firmandoli con il suo nome. Colette nata e cresciuta in una società in cui alle donne era vietato tutto, aiutò il marito, sperando di salvarlo dal fallimento e nel farlo lo consacrò alla celebrità.

La saga degli scritti di Colette inizia nel 1900 con  Claudine à l’école, fu un successo incredibile a cui seguiranno altri tre libri,  Claudine à ParisClaudine en ménageClaudine s’en va,  che Willy non esitò a firmarli tutti come se Colette non esistesse. Invece Colette esisteva eccome!

La ribellione di Colette

Il successo ottenuto fu tale da smuovere l’orgoglio della scrittrice, che non potè più celare se stessa. Tutto nei suoi libri era Colette e Colette era Claudine, la protagonista dei romanzi, con la sua spregiudicatezza, la noncuranza del falso perbenismo che ammantava la società, la ricerca e scoperta della sessualità che diventava sempre più insinuante e che sperimentò sulla propria pelle; stufa infatti delle continue scappatelle del marito, non si negò diversi amanti, non risparmiandosi da esperienze omosessuali che caratterizzarono diverse parti della propria vita. Una bisessualità di cui Colette non fece mai mistero, portandola anche sul palco insieme alla sua amante, la marchesa Mathilde de Mornye in cui recitarono insieme nude. 


Prima fra tutte, ottenne il diritto di vedere il proprio nome sulla copertina di un romanzo. Perché la mano che tiene la penna scrive la storia. La sua lotta per riappropriarsi della sua vita è stata d’ispirazione per tante giovani della Belle Epoque e ha contribuito a stabilire un immaginario di femminilità moderno e intraprendente. Abile donna di marketing, costruì un vero e proprio Brand con il nome della protagonista dei suoi romanzi, il nome Claudine appariva ovunque, dai profumi ai corsetti, alla biancheria per la casa. Si tagliò i capelli e tutte le francesi vollero imitarla, il grembiule di scuola di Claudine diventò la mise più in voga in Francia in quegli anni. Tutto era costruito intorno alla sua personalità effervescente e tutto quello che toccava diventava oro.


Riuscì a rimanere sempre sulla cresta dell’onda e alla sua morte, nel 1954, sarà la prima donna della Repubblica Francese ad essere onorata con i funerali di Stato. Credo che se si fosse dichiarata femminista avrebbe avuto molti meno onori.

Suscitò il disappunto maschile ma soprattutto l’invidia e c’è una frase pessima che Jean Cocteau scrive a un amico mentre prepara un discorso-omaggio a Colette :

“E’ il perfetto esempio di anti-intellettuale. L’imbecillità che diventa genio”.

– Jean Cocteau

Ma quella ”imbecillità” è frutto di una immenso talento, corroborato da altrettanta energia vitale, fortissima e dirompente. Un genio, appunto.

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Testi di Patrizia Zito. Immagine di Anteprima realizzata dall’ufficio grafico di Excalibur Promo

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