La grammatica dell’anima

“La grammatica dell’anima” di Arsenio Siani non smentisce la grande capacità narrativa dell’autore. Si parte da un incipit a effetto e ci si ritrova immersi in una storia che affonda le radici nel profondo, in quel subconscio che sconvolge e ci rende schiavi di noi stessi. Si parla di amore, di ossessioni, paure, sesso, il tutto con un amaro retrogusto.

Eppure qualcosa affiora in superficie. Siani cita parole di pensatori importanti, ci fa sfiorare la filosofia e ci trascina mani e piedi nella psicoanalisi. Di stampo tradizionale o no, quel che conta è che essa sia un metodo per affrontare noi stessi e comprendere che la vita cambia quando cambiamo il punto prospettico da cui la osserviamo. Finalmente un autore che smentisce un concetto che ormai sembra impregnare tutti i testi tesi a esprimere una certa profondità e ci fa comprendere che la vita non è necessariamente la sommatoria di delusioni e drammi, e l’esistenza può essere felice… Basta volerlo davvero. Un concetto che oggi occorre coraggio per esprimere, perché vegetare nell’idea di una innata infelicità è più facile che sforzarsi per trasformare le esperienze negative in fattori potenzianti. Bravo Siani.

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