Giuseppina Strepponi, la Voce d’Opera che ha sfidato le convenzioni (1815 – 1897)

Giuseppina Strepponi non era carente di nulla, naturalmente dotata di una voce straordinaria, presenza scenica e talento artistico, riuscì ad affermarsi come una delle più importanti cantanti liriche del XIX secolo. Lodigiana, fu sostenuta dalla famiglia nel perseguire la sua passione e iniziò presto a studiare canto e pianoforte sotto la guida di importanti maestri del tempo. A diciannove anni si diplomò al Conservatorio e debuttò in Matilde di Shabran di Rossini. Fu un trionfo!

 Così scriveva “Il Gondoliere” di Venezia l’11 novembre 1835:

“Voce limpida, penetrante, delicata, azione convincente e figura aggraziata. Alle numerosi virtù che la Natura le ha donato generosamente, vi è anche quella della scienza del canto nella quale è riuscita in modo eccellente. La stessa, in poco tempo, la farà splendere tra gli astri più luminosi del Teatro Italiano”.

Il suo talento vocale e la sua abilità nel trasmettere emozioni attraverso la musica catturarono l’attenzione del pubblico e della critica. Da quel momento in poi, la sua fama crebbe costantemente e in breve tempo divenne una delle cantanti liriche più celebrate del suo tempo.

Una vita libera

La giovane soprano aveva una vita privata particolarmente burrascosa, complicata dall’infelice relazione con Napoleone Moriani con il quale ebbe due figli illegittimi, che manteneva da sola. Il continuo deteriorarsi delle corde vocali la obbligò a fermarsi per un periodo, debuttando in scenari meno importanti e periferici, fino a quando fu obbligata a porre fine alla sua carriera nel mese di gennaio del 1846 a Modena con il “Nabucco”. Aveva trentuno anni.

Si trasferì a Parigi e si mise a dare lezioni di canto. Nel 1847 incontrò ancora una volta Verdi, che era lì per rappresentare “I Lombardi”.

L’incontro con Giuseppe Verdi

Giuseppe Verdi

Il momento decisivo della carriera di Giuseppina Strepponi avvenne quando incontrò il celebre compositore Giuseppe Verdi. Nel 1839, i due si incontrarono durante una produzione di “Oberto, Conte di San Bonifacio” di Verdi a Milano. Da quel momento in poi, iniziarono una relazione sia professionale che sentimentale, che avrebbe segnato entrambi per il resto delle loro vite

La relazione con Giuseppe Verdi

Una storia d’amore, la loro, travagliata, ma profondamente significativa. Nonostante la disapprovazione della società dell’epoca per la loro relazione, per le malelingue era una relazione immorale, la loro storia non subì flessioni

Giuseppe Verdi non lesinò parole per difenderla: 

“In casa mia vive una Signora libera e indipendente, amante come me della vita solitaria, con una fortuna che la mette al coperto di ogni bisogno. Né io né Lei dobbiamo a chicchessia conto delle nostre azioni… Bensì io dirò che a Lei in casa mia, si deve pari anzi maggiore rispetto che non si deve a me, e che a nessuno è permesso mancarvi sotto qualsiasi titolo” 

Ah, quanto ardore e veemenza si addicono agli uomini veri!

Alla fine dopo anni di alti e bassi, i due artisti si sposarono nel 1859. Una cerimonia privata in cui, oltre agli sposi, c’erano soltanto il campanaro e il cocchiere, nel ruolo di testimoni.

La vita familiare dei coniugi Verdi fu allietata dalla presenza di molti animali, tra cui l’amatissimo cagnolino cocker spaniel Lulù, la cui morte fece molto soffrire ambedue a tal punto che fecero costruire, a S. Agata, una tomba per l’animale, con il seguente epitaffio: “In ricordo di un vero amico”. La lunga e felice unione degli sposi si concluse il 14 novembre 1897, quando Giuseppina morì a S. Agata, lasciando l’anziano maestro solo con Filomena, una lontana parente, che i Verdi ribattezzarono Maria, adottandola nel 1867, a sette anni, perché crescesse nella loro casa come una figlia.

L’amore di Giuseppina rimase sempre costante. Tra le varie testimonianze, si può ad esempio menzionare una lettera del 5 dicembre 1860: 

“Te lo giuro, e a te non costerà crederlo, io spesso mi sorprendo del fatto che tu sappia la musica! Anche se quest’arte è divina e anche se il tuo genio sia degno dell’arte che professi, la formula che mi affascina e che adoro in te è il tuo carattere, il tuo onore, la tua indulgenza verso gli errori degli altri, nonostante tu sia molto esigente con te stesso. La tua carità piena di pudore e mistero, la tua orgogliosa indipendenza e la tua semplicità da bambino, qualità di questa tua naturalezza che ha saputo conservare la selvaggia verginità delle idee e dei sentimenti nel mezzo della cloaca umana. Oh, mio Verdi, io non sono degna di te! Il tuo amore per me è carità, è un balsamo per il cuore che, a volte, è molto triste, sotto la falsa apparenza dell’allegria. Continua ad amarmi! Amami anche dopo che morirò, cosicché quando mi presenterò davanti la Giustizia Divina sarò ricca del tuo amore e delle tue preghiere, oh mio Redentore!”

Sodalizio artistico

Giuseppina fu una musa ispiratrice per Verdi e lo sostenne in numerosi momenti difficili della sua carriera. Le sue interpretazioni delle opere di Verdi furono particolarmente acclamate, e molti ritengono che abbia contribuito in modo significativo allo sviluppo e al successo di alcune delle opere più celebri del compositore, come “La Traviata” e “Il Trovatore”.  Contribuì anche alla stesura delle opere musicali del compagno, nella partitura dell’opera “Gerusalemme”, si riconosce la calligrafia della cantante lirica, prova dell’aiuto inestimabile che lei diede anche in questa occasione.

Conclusioni

Giuseppina Strepponi fu una cantante lirica straordinaria che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’opera. La sua voce potente e ben modulata le permise di interpretare ruoli diversi con grande successo. Fu particolarmente apprezzata nei ruoli di soprano e mezzosoprano, dimostrando una notevole flessibilità vocale.

La sua capacità di interpretare ruoli diversi e la sua storia d’amore con Giuseppe Verdi hanno contribuito a farla diventare una figura iconica del panorama musicale del XIX secolo. La sua eredità artistica continuerà a incantare il mondo della musica per sempre. Il suo coraggio nell’affrontare la vita sfidando le convinzioni puritane dell’epoca, la rendono un’eroina femminista. 

GRAZIE GIUSEPPINA STREPPONI!

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©Testi di Patrizia Zito. Immagini di Anteprima realizzata dall’ufficio grafico di Excalibur Promo.

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