Anna Frank, per non dimenticare.


“Quel che è accaduto non può essere cancellato,

ma si può impedire che accada di nuovo” _ Anna Frank

Anna ricevette per il suo tredicesimo compleanno un quadernino a quadretti bianco e rosso. Ancora non sapeva che sul quel quaderno avrebbe annotato i pensieri, le aspirazioni e il dolore dei suoi ultimi anni di vita vissuti in clandestinità prima e poi in prigionia. Quel Diario divenne il Simbolo della Shoah, fu tradotto in tutte le lingue e tuttora viene usato in migliaia di scuole medie e scuole superiori di tutto il mondo.

Quale era la colpa di Anna?

Anna Frank era ebrea, nacque a Francoforte sul Meno, in Germania, il 12 giugno del 1929, e in quel periodo storico essere ebrea costituiva una colpa. Anna fa parte di quel milione di bambini e adolescenti ebrei che morirono trucidati durante l’Olocausto.

Il 10 Maggio del 1940, l’Olanda, dove la famigli Frank si era trasferita, fu invasa dall’esercito tedesco e tutti gli ebrei dovettero sottostare alle Leggi Razziali. Due anni dopo Anna con la sua famiglia dovette nascondersi nell’Achterhuis ( letteralmente ‘retrocasa‘ dall’olandese), un piccolo spazio a due piani posto sopra i locali dell’attività di Otto Frank. Vissero protetti dalla clandestinità per due anni 

Casa di Anna Frank – Nascondiglio segreto

“Mi opprime ancor di più di quanto non possa dire

il fatto che non possiamo uscire,

e ho una paura tremenda che ci scoprano e ci fucilino.”- Anna Frank

La prigionia


La mattina del 4 agosto 1944, la Gestapo fece irruzione nel loro nascondiglio, a causa di una soffiata di un delatore, di cui soltanto grazie a un’indagine rivelata nel libro di Rosemary Sullivan, si è potuto identificare la persona nel notaio ebreo Arnold van den Bergh. 

La famiglia Frank fu deportata nel campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau.

Anna Frank e la sorella Margot passarono un mese ad Auschwitz-Birkenau e vennero poi spedite a Bergen-Belsen, dove morirono di tifo esantematico nel marzo 1945, solo tre settimane prima della liberazione del campo.

Il Diario

Ciò che maggiormente sorprende degli scritti di Anna, di appena tredici anni, è il profondo ottimismo nonostante tutto.

“Non penso a tutta la miseria,

ma alla bellezza che rimane ancora” – Anna Frank

Un’adolescente costretta a raggiungere una maturazione precoce a causa di una guerra che resterà come uno dei più atroci abomini della storia.

È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare.

Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Semplicemente non posso fondare le mie speranze sulla confusione, sulla miseria e sulla morte. Vedo il mondo che si trasforma gradualmente in una terra inospitale; sento avvicinarsi il tuono che distruggerà anche noi; posso percepire le sofferenze di milioni di persone; ma, se guardo il cielo lassù, penso che tutto tornerà al suo posto, che anche questa crudeltà avrà fine e che ritorneranno la pace e la tranquillità. – Anna Frank

“ Capii che la paura non aiuta e non serve a nulla”- Anna Frank


Anna consegnò alla pagine del suo quaderno i suoi pensieri più intimi colmi di una profonda morale, le sue paure, le sue speranze, le sue aspirazioni, rivelatori di un’anima profonda e luminosa che manteneva ancora fiducia nel genere umano e che stava sviluppando una profonda comprensione sulla disparità di trattamento fra uomini e donne.

“Anche le donne dovrebbero essere rispettate!

In generale, gli uomini sono molto stimati in ogni parte del mondo,

quindi perché non dovrebbero esserlo anche le donne?” – Anna Frank

Grazie Anna, per la tua Bellezza, possa la tua morte non essere stata invano!

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