Anaïs Nin e Henry Miller si conoscono verso la fine del 1931. Anaïs, a cui piaceva definirsi “la donna bambina” ha ventotto anni, spagnola, esuberante, inquieta, intrappolata in un matrimonio borghese che lascia poco spazio all’immaginazione. Scrive un diario segreto che porta sempre con sé e in cui annota ogni più piccolo dettaglio e a cui rivela i suoi più audaci pensieri.
“Questo diario è il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d’oppio. È la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna e indulgo in rifrazioni e diffrazioni”
Henry, l’”autore gangster”, americano di Brooklyn, ha quarant’anni, squattrinato, mantenuto dalla moglie che gli ha pagato un biglietto aereo per andare in Europa con una valigia colma di manoscritti inediti. Arrivato a Parigi, trascorre le sue giornate tra amici e avventure femminili. Quando i due si incontrano è un colpo di fulmine, l’attrazione reciproca è immediata e irrefrenabile e d’altra parte nessuno dei due ha la minima voglia di resistere. Miller è un uomo dal maschile irruente a cui Anaïs non intende sottrarsi.
Così racconterà il loro primo incontro
“Ho conosciuto Henry Miller. È venuto a colazione con Richard Osborn, un avvocato che avevo dovuto consultare a proposito del contratto per il mio libro su D. H. Lawrence. Mi è piaciuto subito, non appena l’ho visto scendere dalla macchina e mi è venuto incontro sulla porta dove lo stavo aspettando. La sua scrittura è ardita, virile, animale, magnifica. È un uomo la cui vita inebria, pensai. È come me. Era caldo, allegro, disteso, naturale. Sarebbe passato inosservato in una folla. Era snello, magro, non molto alto. Ha occhi azzurri, freddi e attenti, ma la sua bocca rivela emotiva vulnerabilità.” – Anaïs Nin, Henry e June, 1932
Anaïs Nin, definita da molti una scrittrice erotica, quasi a voler sminuire i suoi romanzi, ha scritto pagine incendiarie, senza moralismi, pregiudizi e perbenismi vincolati dalla tradizione. Un talento abile a scandagliare i meandri della mente umana, con una scrittura che seguiva il flusso dei suoi desideri più arditi e del suo cuore. Conosceva bene il dramma psicologico, aveva subito l’abbandono del padre quando era ancora bambina, ritrovato dopo vent’anni finirà per amarlo carnalmente. La storia è raccontata senza censura nel romanzo Incesto, 1934
Anaïs e Henry iniziano a scriversi quotidianamente. Le prime lettere sono piene di consigli sulla scrittura, si leggono e correggono reciprocamente. Ma poi divampano in una passione ardente che coinvolge tutti i sensi. La loro relazione fu intensa, travolgente e vissuta senza freni inibitori. Fu la più importante relazione della sua vita; la definì, le permise di scoprire e vivere appieno una sessualità che si rivelò irrefrenabile, esaltò la sua vena creativa e la perfezionò come scrittrice
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Miller ad Anaïs, da Clichy il 7 giugno 1932
“Cara Anaïs, ti amo pazzamente, pazzamente. […] Anaïs, questa notte sono pazzo. Mi sono precipitato fuori dal teatro perché, per una volta, non riuscivo a fingere. Non so cosa avrei fatto se ti avessi incontrato nell’atrio. […] Anaïs, sei diventata una parte così vitale di me, che sono completamente sottosopra, posto che questo significhi qualcosa. Non so che cosa scrivo – so solo che ti amo, che ti devo avere esclusivamente, furiosamente, possessivamente. Non so che cosa voglio. Ho avuto troppo, ritengo. Tu mi hai travolto e mi hai viziato. Continuo a chiederti cose sempre più difficili. Mi aspetto che tu compia miracoli. Non sai quanto mi mancano le notti che abbiamo trascorso assieme e quanto hanno significato per me. Altre volte sei solo un fantasma, uno spettro. Vieni e mi fai ammalare di desiderio, brama di possederti, di averti sempre vicina, a parlarmi con naturalezza, a muoverti come se tu fossi una parte di me.”
Anaïs ad Henry da Achensee, 6 agosto 1932
Oh Henry, sono rimasta così sconvolta dalla tua lettera, stamane. Quando l’ho ricevuta, tutti i sentimenti artificialmente repressi mi hanno travolto. Il semplice tocco della lettera è stato come se tu mi avessi preso tra le braccia, e adesso puoi capire che cosa ho provato leggendola. Hai detto tutto quanto poteva toccarmi e ero bagnata e a tal punto impaziente che farò di tutto per guadagnare una giornata.Il biglietto che ti accludo, che ti ho scritto ieri sera due ore dopo averti spedito la mia lettera, ti aiuterà a capire quel che succede. Comunque, dovresti aver ricevuto il telegramma circa allo stesso tempo. Io ti appartengo! Avremo una settimana come mai ce la siamo sognata. “Il termometro scoppierà!” Voglio sentire ancora il tumultuoso pulsare dentro di me, il sangue impetuoso, ardente, il lento, carezzevole ritmo e l’improvvisa, violenta spinta, la frenesia delle pause quando odo il suono della pioggia…e come mi sussulta nella bocca, Henry. Oh, Henry, non riesco a sopportare di scriverti – ti voglio disperatamente, voglio spalancarti le gambe, mi sciolgo e palpito. Voglio fare con te cose talmente pazzesche che non so come dirle. Hugo mi sta chiamando. Risponderò al resto della lettera questa sera.Anais
Mia cara Anais,
“Quando torni ti organizzerò una festa letterario – chiavatoria, il che significa scopare e parlare e parlare e scopare, e tra l’una e l’altra attività una bottiglia di Anjou oppure un Vermouth Cassis. Anais, ho intenzione di aprirti fin le budella. Dio mi perdoni se questa lettera dovesse essere aperta per errore.
Non posso farne a meno. Ti voglio. Ti amo. Per me sei cibo e bevanda, sei il maledetto motore di tutto.
Starti sopra è una cosa, ma venirti vicino è un’altra […].
Ti amo come sei, amo i tuoi fianchi, il pallore dorato, la curva delle tue natiche, i tuoi succhi.”
(Le citazioni delle lettere sono tratte da: Anaïs Nin, Henry Miller, Storia di una passione, Bompiani, Milano 2000).