Aleksandra Kollontaj la rivoluzionaria alata

Nota per la sua imperitura bellezza ed eleganza, nasce nel 1872, in una famiglia aristocratica russa. Figlia di un generale dello zar, è giovanissima quando, insieme al matrimonio rifiuta la vita che la famiglia aveva pensato per lei. Questo fu il primo di una serie di atti di ribellione con i quali Aleksandra Kollontaj nemica giurata delle istituzioni patriarcali, pone la propria determinazione per spezzare le catene che opprimono il popolo. Dotata di un’ars oratoria multilingue, sarà sempre dalla parte degli oppressi con irriducibile passione.

Prima donna al mondo a diventare ministra al fianco di Lenin. Prima donna ambasciatrice del suo paese.

Da aristocratica a rivoluzionaria

Aleksandra Kollontaj rifiuta presto il suo ambiente e sceglie la rivoluzione.  Prima donna al mondo a diventare ministra, al fianco di Lenin. Prima donna ambasciatrice del suo Paese. Si tratta di un mandato come ministra degli esteri dell’Unione Sovietica, che ha dal ’26 al ’45 prima in Messico e poi in Svezia, dove successivamente diventa ambasciatrice dell’URSS. Ruoli, questi, importantissimi e di spicco, che Kollontaj ricopre per conto di uno stato che ha attivamente contribuito a creare, essendo una rivoluzionaria marxista che ha giocato un ruolo non di secondo piano nella preparazione della Rivoluzione del 1917 e nelle vicende che, da quell’anno in poi, segnano la vita del Partito comunista russo, di cui fu membro ma anche aspra critica, lungi dall’essere una mera esecutrice della linea politica dettata dai leader del partito.

L’impegno a favore delle donne

Durante la Rivoluzione, Aleksandra Kollontaj svolse un ruolo chiave nella promulgazione di leggi progressiste a favore delle donne. Fu tra i principali promotori del decreto che garantiva alle donne il diritto di voto, una mossa audace e rivoluzionaria che riconosceva finalmente l’importante contributo femminile alla società. Questa iniziativa fece di Kollontaj una figura di spicco nel panorama politico russo e una voce autorevole nella lotta per l’uguaglianza di genere.

Dopo la Rivoluzione, Kollontaj mantenne il suo impegno per l’uguaglianza di genere anche nelle sfide diplomatiche. In veste di ambasciatrice sovietica in Norvegia, portò avanti la sua missione di sensibilizzazione sui diritti delle donne, cercando di estendere l’influenza delle idee progressiste anche al di là dei confini russi.

Aleksandra Kollontaj è un’intellettuale marxista colta e attivista femminista che ha molto da dire,  i suoi testi sono un interessante visione del periodo storico e politico. 

Scrive di lei Paul Ginsborg, in Famiglia Novecento: «Pose interrogativi scomodi ma essenziali sul sesso e l’amore, su come donne e uomini potessero condividere il loro naturale erotismo nel contesto della vita quotidiana di una società nuova».

Tra i vari testi, il più interessante è “Largo all’Eros alato”, una lettera che nel 1923 Kollontaj indirizza alla gioventù proletaria.

Questi i principi dell’EROS ALATO

1. Uguaglianza reciproca (nessuna predominanza maschile né schiavitù e annullamento della personalità della donna nei rapporti d’amore).

2. Riconoscimento reciproco dei diritti dell’altro, il che esclude la pretesa di possedere interamente il cuore e la anima del partner (sentimento di proprietà creato e conservato dalla cultura borghese).

3. Sollecitudine da compagni, attitudine ad ascoltare e comprendere i moti dell’animo dell’essere caro (la cultura borghese esigeva questa sollecitudine nell’amore unicamente da parte della donna).

La morale ipocrita della cultura borghese ha strappato senza pietà le piume dalle ali multicolori e sgargianti di Eros, obbligandolo a frequentare unicamente le «coppie legittime». Al di fuori del matrimonio, l’ideologia borghese lascia posto unicamente ad un Eros senza piume e senza ali: l’unione sessuale momentanea, sotto forma di carezze comperate (prostituzione) o rubate (adulterio)

“Largo all’eros alato!” di Aleksandra Kollontaj è un saggio che si colloca nel contesto della sua attività nel movimento femminista e socialista. Scritto nel 1923, questo racconto riflette l’ardente impegno di Kollontaj per l’emancipazione delle donne, compresa la loro liberazione sessuale.

Il titolo stesso, “Largo all’eros alato!”, suggerisce un invito a una liberazione erotica, un’apertura all’amore e alla passione 

Kollontaj mette in discussione le norme sociali rigide e le convenzioni patriarcali che opprimono le donne e le loro scelte personali. Il testo  esplora temi come l’autodeterminazione, la libertà individuale e la lotta per una sessualità senza vincoli. Kollontaj utilizza la narrazione per promuovere un’idea di amore e di intimità basata sulla reciproca volontà e sulla consapevolezza delle proprie esigenze emotive e fisiche.

“Largo all’eros alato!” si inserisce nel più ampio contesto del pensiero di Kollontaj sull’emancipazione delle donne e sulla trasformazione della società attraverso la liberazione sessuale e la piena parità di genere. Questo testo rimane un importante contributo alla letteratura femminista e un esempio del coraggio e della determinazione di Kollontaj nel promuovere un mondo più equo e libero.

Eredità

La sua eredità è ancora viva oggi, poiché il suo impegno per i diritti delle donne e la sua audacia nel campo della diplomazia continuano a ispirare le generazioni successive. Il suo contributo al progresso sociale e alle relazioni internazionali non può essere sottovalutato, e la sua storia rimane un capitolo significativo nella storia del movimento femminista e della Rivoluzione Russa.

In conclusione, Aleksandra Kollontaj rimane un’icona del suo tempo, una donna coraggiosa e visionaria che ha aperto la strada per le generazioni future. La sua vita e le sue realizzazioni sono un monito costante della forza e della determinazione necessarie per sfidare le norme sociali e aprire nuovi orizzonti, sia nell’ambito politico che in quello sociale.

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Diritti Riservati. Testo di Patrizia Zito. Immagine di Anteprima realizzata da Excalibur Promo

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