25 Novembre – Giornata mondiale contro la violenza sulla Donna


La neutralità favorisce l’oppressore, mai la vittima.

Il silenzio aiuta il carnefice, mai il torturato”.

Elie Wiesel_____

Questa importantissima giornata ci ricorda che i nostri “NO” non sono stati ancora abbastanza. Ci ricorda che la “cultura” maschilista di prepotenza, di violenza, qualsiasi violenza, sessuale e non, non è ancora finita. Ci ricorda che il patriarcato non è ancora finito. 

Noi Donne e madri, abbiamo un’enorme responsabilità, cresciamo ed educhiamo gli uomini e le donne di domani. Insegniamo loro il rispetto dell’individuo, a qualunque genere, sesso, religione, razza, ideologia politica appartenga. Chi conosce il rispetto, si fa rispettare! Educhiamo i figli maschi a fare attenzione, ad iniziare dalle parole, le parole sono importanti, pensiamo con le parole e diamo forma alle cose con le parole. Una scrittrice americana Anne Sexton scrisse “ le parole vanno maneggiate con cura, le parole come le uova una volta rotte non possono essere aggiustate”. Con le parole creiamo o distruggiamo il mondo.

E’ importante fare una revisione del linguaggio, o meglio dell’interpretazione che si da ad alcune parole. E’ impressionante vedere come nella nostra lingua alcuni termini che al maschile abbiano il loro legittimo significato, declinati al femminile cambino i “ connotati” e prendano una caratteristica del tutto diversa, negativa ma sempre univoca e allusiva. L’elenco è stato stilato da una mente illuminata, il professore Stefano Bartezzaghi, enigmista ed esperto di linguaggio e di semantica ed è stato porrtato sulle scene grazie al monologo di Paola Cortellesi. Equivoci verbali che partendo dal linguaggio si radicano nell’uso comune, prendono corpo nelle menti e che sembrano purtroppo non trovare la via di estinzione trasformandosi in discriminazione, soprusi e violenza. E spesso ne troviamo riscontro in un becero giornalismo seguito da beceri lettori.

A me, alle mie amiche, a tutte le Donne splendide che conducono fieramente con grande dignità la propria vita, dedico un pensiero:

Cara Donna quando ti senti dire “ da ora in poi penserò io a te”, ringrazia e dattela a gambe levate, perché la trasformazione di questa frase in un futuro non così lontano, sarà “ senza di me sei nessuno”.

Dietro questa frase c’è la più grande delle violenze psicologiche che si possa subire, ci sono secoli improntati alla cultura incivile dell’ “io” maschile-superiore, ci sono secoli di distorsioni e abusi mentali.

Devi essere tu, Donna, emancipata , libera ed indipendente, da sola in grado di mantenerti per non dare mai la possibilità ad un uomo di tenerti sotto scacco.

Temprati con la solitudine, alimenta il daimon che ti anima, coltiva interessi, circondati di amiche sincere, affila l’intuito per riconoscere anche il maschilismo più bieco, quello celato, stai sempre col naso sui libri, abbi un tetto tutto tuo, fai scelte coraggiose che non siano MAI di comodo ma improntate al rispetto di te stessa, lucida la tua corona e tempestala di gioielli, FATTI IL MAZZO, MA SII INDIPENDENTE!!! E’ l’ unico modo che abbiamo per disarmare il patriarcato. 

RispettiAMOci e facciAMOci rispettare sempre, non permettiamo neanche una sola mancanza, perché sarebbe la prima di una lunga serie. E’ necessario essere intolleranti.

Non c’è felicità più grande dell’indipendenza economica ed emotiva.

Un uomo, quando degno, deve essere un valore aggiunto in una vita piena e non l’ultima spiaggia in una vita di mediocrità. 

Con amore,

Patrizia

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