I poteri di Matilde di Mara Fallini

“I poteri di Matilde” di Mara Fallini ha il fascino dei grandi fantasy e la profondità dei racconti filosofici. L’autrice, attraverso gli elementi narrativi tipici della letteratura “magica”, riesce a presentare quelli che dovrebbero essere i valori di un’umanità succube del proprio egocentrismo. Matilde rappresenta l’umanità bambina, quella che in potenza ha la possibilità di fare del bene, perché dotata di un grande potere di leadership. Tale capacità sovrannaturale le viene sottratto con uno stratagemma che ha come scopo tenere a bada le conseguenze di un potere fuori controllo nelle mani di una bambina. L’umanità cede così ai “grandi uomini”, che dovrebbero governare con saggezza, nell’attesa che Ella sia pronta a fare da sé.

Direbbe Hobbes “il Leviatano”. Nella storia, Susanna (la tata di Matilde) e i suoi due migliori amici, sottraggono i poteri alla bambina promettendo di restituirli al compimento dei suoi diciotto anni. Il potere della leadership si scinde: diplomazia, compassione, persuasione.

Peccato però che chi si ritrova tra le mani uno dei tre poteri, la persuasione, decida di sfruttarlo per il proprio tornaconto…

“Io non ho inventato i più bassi e beceri istinti umani; mi sono limitata a legittimarli, a dar loro una voce, una forma, parole adatte a esprimerli. Li ho strumentalizzati, ma non li ho creati.”

Ammette con freddezza l’usurpatrice.

Ma il ribollire dell’odio nelle viscere umane non è responsabilità unicamente dei demagoghi, che dunque si sentono autorizzati a lavarsene le mani:

“Se vuoi trovare i colpevoli dovresti allargare il tuo raggio fino a includere anche (…) persone che fanno della pacifica mediazione e della carità la propria missione di vita, poiché le considerano valide toppe sui buchi dell’ingiustizia. Ma l’ingiustizia non sparisce, rimane lì, e i buchi diventano voragini”

Dunque, la parte degenerata che detiene il potere della persuasione, offre un placebo che acquieti più della mediazione e della carità: capri espiatori su cui riversare odio.

Tutta la bellezza e la vivacità del fantasy si miscela in col contesto postmoderno, dove leader senza scrupoli creano capri espiatori su cui riversare odio, per soddisfare gli istinti più bassi della popolazione. Capace di calarci nelle atmosfere di una splendida Parigi, così come nei pregressi dei personaggi, il romanzo risulta di sublime attualità:

ritroveremo una candidata alla presidenza degli Stati Uniti con un programma populista e razzista, nonché protagonisti con un passato di droghe e solitudini, segreti inconfeffabili che rovinano i rapporti, ma anche il valore dell’amicizia. Una storia al femminile, in cui tre donne si scontrano fisicamente, che è in realtà uno scontro di ideologie. Avvincente come fantasy, ma geniale come romanzo.

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