In filosofia esiste una distinzione del tempo : la diacronia e la sincronia.
La prima indica la valutazione e misurazione del tempo secondo il divenire, l’accadere empirico delle cose, dei fatti secondo una prospettiva dinamica; la seconda è la considerazione del tempo misurato in un dato momento.
Questo concetto trova le fondamenta nel pensiero degli antichi greci, i quali avevano due parole per definire il tempo, χρòνος (Kronos) e καιρòς (Kairòs). La prima si riferisce al tempo dinamico e progressivo, la seconda significa uno specifico momento “nel mezzo”, nel quale qualcosa di speciale accade.
Mentre Kronos è quantitativo, si applica allo scorrere del tempo in senso lato; Kairòs ha una natura qualitativa, corrisponde al momento giusto o opportuno per fare qualcosa.
Nella nostra società abbiamo aderito quasi completamente al primo, siamo banalmente concentrati sulla quantità e sul tempo inteso come ottimizzazione delle risorse – Timing, On time, time to market; terminologia propria del mondo della comunicazione e del marketing diventata di uso quotidiano – piuttosto che su quello che i greci consideravano il momento solenne, quel tempo di mezzo in cui qualcosa di importante accade.
Kairos Vs Carpe diem
Qualcuno potrebbe ribattere che In realtà è un concetto noto, pensiamo al monito di Orazio “Carpe diem quam minimum credula postero” (” cogli l’attimo confidando il meno possibile nel domani”) In realtà una differenza esiste ed anche sostanziale. Mentre il carpe diem ha un’accezione esclusivamente positiva, è l’esortazione a cogliere l’attimo per non lasciarti sfuggire la buona occasione, ad esempio un bacio dato al momento giusto alla donna dei desideri. Il Kairòs, non identifica necessariamente un’azione che ci procuri esclusivamente gioia. Anzi. Indica quei momenti in cui dobbiamo scalzare con forza i nostri collaudati pattern mentali per offrire spazio a concetti in cui facciamo fatica a riconoscerci, quei momenti qualitativamente decisivi per la nostra crescita e il nostro processo evolutivo che ci risultino difficile da masticare e mandare giù.
Come è stato definito dai grandi
Secondo lo storico TUCIDITE, kairòi sono momenti che attraversano la storia e definiscono la sorte delle città: dichiarazioni di guerra, negoziati o rotture di alleanze
Secondo ARISTOTELE, kairòs definisce il contesto del tempo e dello spazio in cui la prova sarà affrontata. Ad esempio affrontare un esame
Per IPPOCRATE, kairòs è il momento in cui la malattia evolve verso la cura o la morte. In questo momento è determinante che il medico intervenga in maniera tempestiva e corretta.
In astrologia, kairòs designa un momento speciale nelle configurazioni celesti, in cui intraprendere un’azione può avere una corrispondenza idonea.
Opportunità o pericolo
Dunque Kairòs (il momento opportuno) è spesso percepito come un periodo di crisi. Pensiamo ai caratteri cinesi per “crisi”, sono una combinazione di logogrammi che indicano sia “pericolo” che “opportunità”.
E a tal fine entra in gioco la nostra attitudine e il nostro temperamento, i quali si trovano a disputare una nuova battaglia, tra la possibilità di infondere vita ad una nuova creazione, concependo una nuova opportunità, o portare definitivamente al macero ciò che ne abbia minato le certezze.
Qualunque scelta facciamo implica una rinuncia con annessa assunzione di responsabilità.