Rita Hayworth, la divina sensualità in un guanto.

La scena in cui alle note di Put the blame on Mame, nel film Gilda, fasciata in un sinuoso abito nero sfila il lungo guanto di seta, rimane una fra le più erotiche che la celluloide abbia visto. Ha segnato un’epoca e ha consacrato Margarita Carmen Cansino in arte Rita Hayworth fra le dee dell’Olimpo. Le sue chiome come fiamme di fuoco, la sensualità prorompente e raffinata, lo sguardo languido e malizioso, hanno fatto di lei la donna più desiderata da milioni di uomini.

Storica la prima sequenza del film; dopo un’inquadratura di Johnny e Bullin che entrano in camera, in cui quest’ultimo le domanda a voce alta: “Sei presentabile?”; si passa a un mezzo busto di Gilda che, dal basso, si alza tirando indietro i capelli e sorridendo risponde di sì.

L’Atomica

Vi basti solo pensare che durante la Seconda Guerra Mondiale fu dato il suo nome a una bomba atomica sperimentale lanciata su Bikini, da qui il suo soprannome “Rita l’Atomica”. Siamo nell’era d’oro di Hollywood, quando le attrici erano quasi delle divinità ultraterrene.

Molta della sua bellezza Rita la deve all’industria cinematografica di Hollywood che trasformò radicalmente la sua immagine; Margarita Carmen Cansino, di origine spagnola, era molto bruna e con l’attaccatura dei capelli strettissima e folta. Hollywood le fece depilare la fronte con l’ago elettrolitico per donarle la fronte spaziosa e tinse i suoi capelli trasformandoli in una fluente chioma rosso fuoco, elemento focale del suo fascino.


Eppure questa donna meravigliosa rivela ben presto un’anima fragile, dovuta agli abusi paterni subiti da piccola. Lei stessa ammetteva la tendenza ad amare uomini che la trattavano male.

“Vanno a letto con Gilda, e si risvegliano con me”

è una frase che Rita dichiarò a testimonianza della delusione provata per la fine delle sue storie.

La sua carriera cinematografica raggiunse l’apice nel decennio tra i quaranta e i cinquanta, facendo di Rita una figura iconica

Rita e i suoi amori

Ebbe cinque mariti, tra cui il regista Orson Welles, che sposò nel 1943 e con cui ebbe la figlia Rebecca. Ma il matrimonio su cui si è favoleggiato di più è stato sicuramente quello con  il Principe Ismaelita Aly Khan nel 1949. Il principe era un narcisista patologico, un don giovanni incallito che teneva in piedi più storie contemporaneamente, non era particolarmente bello né dotato di un fisico prestante, eppure si racconta che avesse uno sguardo incendiario e fosse un fine corteggiatore. Aly Khan era appassionato di cinema e si era fatto costruire all’interno della sua villa in Costa Azzurra un sala cinematografica privata in cui faceva girare ossessivamente la pellicola di Gilda, record d’incassi in quell’anno. Il fato volle che Rita trascorresse le vacanze proprio in riviera, così Aly sfruttò immediatamente l’occasione chiedendo a Elsa Maxwell, la regina delle giornaliste di gossip, che conosceva tutti e aveva connessioni con tutti quelli che contano. Elsa stava proprio collaborando all’organizzazione di un ballo nell’elegante Palm Beach Casino, e fece in modo che Rita Hayworth non solo fosse invitata ma promise ad Aly Khan che avrebbe anche fatto sedere l’attrice al posto a tavola al suo fianco. 

Rita arrivò a Cap D’Antibes ma non era dell’umore adatto per le feste. Il suo matrimonio con Orson Welles era agli sgoccioli, lui già aveva un’altra donna e lei ancora innamorata del marito, rifiutava persino i corteggiamenti di Aristotele Onassis e dello Scià di Persia, rimandando al mittente fiori e regali e negandosi al telefono. Elsa Maxwell riuscì a convincerla che una bella festa avrebbe potuto tirarle su il morale.

L’incontro con il Principe Aly Khan


Ecco adesso immaginatevi la scena, il ricevimento era iniziato da oltre un’ora e la sala era gremita di gente, ed ecco che appare lei, Rita, sul pianerottolo in cima alla scalinata, nella sua statuaria bellezza, fasciata in un peplo che faceva risaltare il corpo abbronzato, i suoi capelli rossi sciolti sulle spalle nude, una dea! Gli occhi di tutti gli astanti si diressero su di lei mentre iniziava a scendere maestosamente le scale nel suo incedere elegante a testa alta. Ad Aly cadde letteralmente di mano la posata ed esclamò “oh mio Dio” , le corse incontro e le porse il braccio per accompagnarla al posto a tavola vicino al suo.

Iniziò un corteggiamento serrato al quale almeno inizialmente Rita sembrava totalmente disinteressata. Il Principe abbandonò tutti i suoi interessi per coprire Rita di ogni attenzione, le faceva pervenire mazzi di rose rosse due volte al giorno, nonostante fosse ancora sposato con Joan Barbara Guinness, figlia del terzo barone Churston

Rita tornò in America per girare un film. Ma le attenzioni di cui lui l’aveva circondata avevano fatto breccia nel cuore della diva che continuò a trovare occasioni per incontrarlo. Aly Khan “la esibiva” nella sua cerchia aristocratica come un trofeo, ma i suoi amici e familiari le erano ostili e Rita si sentiva declassata. Lui, terrorizzato all’idea di poterla perdere, la chiese in moglie promettendole di divorziare rapidamente. Lei, per nulla entusiasta, tornò in America dalla figlia Rebecca. Lui le corse dietro e affittò immediatamente la villa di fronte a quella dove viveva lei, a Brentwood, facendole recapitare ogni giorno dei regali, fra cui molti gioielli e un cucciolo di barboncino. Lei capitolò nuovamente ancora e iniziarono a uscire insieme ogni sera. Nel frattempo Rita era già incinta ed avere un figlio fuori dal matrimonio avrebbe compromesso la sua carriera. Si decise la data delle nozze che avvenne il 27 maggio 1949 e Rita firmò il contratto prematrimoniale in cui rinunciava alla pretesa legale di ricevere denaro da Aly in caso di divorzio.

Ci fu il delirio mediatico e la cerimonia si svolse prima con rito civile a Cannes. Al ricevimento parteciparono oltre cinquecento invitati in un tripudio di caviale e champagne. Si narra che nella piscina furono versati 52 litri di colonia per rendere l’acqua profumata. 

Inizio del declino della diva

Il Papa dell’epoca, Pio XII, si oppose alle nozze dichiarando che sposando un esponente dell’Islam Rita era scomunicata, e la stampa si accanì contro di lei. Iniziò un declino dell’immagine di Rita Hayworth, rompe il contratto con la Columbia e si trasferisce in India nel sontuoso palazzo di Aly Khan, svolgendo il ruolo di Principessa e di madre della piccola Yasmin

Purtroppo, anche il matrimonio con il Principe finì nel 1953, e senza lavorare nel cinema Rita si trovò in grosse difficoltà finanziare. Le vennero offerti solamente ruoli di alcolizzata o prostituta in pellicole che non ebbero molto successo, intaccando per sempre l’immagine radiosa che negli anni si era costruita. 

Rita sempre più fragile iniziò ad abusare di alcool e di psicofarmaci, mentre Hollywood perdeva interesse per lei. Sul finire degli anni ’60 le venne diagnosticata una forma precoce del morbo di Alzheimer, che l’accompagnò per il resto della vita. Morì il 14 maggio del 1987 accanto alla figlia Yasmin, avuta dal Principe Aly Khan

Gilda rimane una pietra miliare dell’immaginario erotico cinematografico. Una bellezza che lasciava senza fiato, ma anche una donna fragile con un grande bisogna di protezione dagli uomini a cui si affidava totalmente e ingenuamente.

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