Chiuse le pagine del libro

“Chiuse le pagine del libro” di Amelia Belloni Sonzogni ci fa rivivere quell’amore eterno che ha legato l’autrice al suo Pedro, e che ci ha conquistato, nel romanzo “Io ho sempre parlato”. Ogni cane è un essere speciale, unico e irripetibile, capace di smuovere, con la coda, le molecole magiche della realtà che ci sta attorno, per mostrare un’altra prospettiva. Come è unico Pedro, così è unico Giatt, con le incertezze nate da un passato turbolento, che tanto ricorda non solo i cagnolini vittime di abbandono, ma anche i giovani di oggi, lasciati a se stessi da una società egocentrica.

Spesso taluni, ignorando il rapporto incredibile che può nascere tra un cane e un umano, si limitano a dire che relazionarsi con un cane sia una scelta più semplice, perché col cane non esiste contraddittorio: un cane fa sempre ciò che vuole il “suo padrone”. Ebbene, Amelia Belloni Sonzogni ci dimostra che non è così: i cani ci parlano. Dobbiamo dismettere i nostri panni “troppo umani” e imparare a comprendere il loro linguaggio straordinario. Dobbiamo scendere dal nostro futile piedistallo. Nessun rapporto è più costruttivo e arricchente di quello con gli animali, per la semplice ragione che, per mettersi davvero in osservazione del loro universo, bisogna sradicare molti dei preconcetti che abbiamo sulla vita.

Abituati a una società individualista e competitiva, per relazionarci col cuore puro di un cane dobbiamo metterci totalmente in discussione. È difficile. Difficilissimo. Aprirsi a un cane è una delle esperienze più autentiche e sconvolgenti, perché si rischia di dubitare della nostra presunta umanità, e diventare esseri migliori. Ecco perché il cane “ha sempre parlato”, per dirci tutto ciò che noi umani abbiamo dimenticato, presi come siamo dal nostro ego smisurato. Ecco perché continua a parlarci, “chiuse le pagine del libro”, e mai si spegnerà la sua voce dentro di noi, se abbiamo davvero avuto l’umiltà di ascoltarla nel profondo. Un cane non muore mai, questa è la verità. Ogni cane innaffia i più bei fiori di quel giardino che è la nostra anima. Pedro e Giatt cureranno le tensioni della loro umana, in ansia perché il suo libro possa raggiungere i traguardi sperati e contribuire alla causa di beneficienza che ha sposato; festeggeranno con lei, quando i piccoli sogni diventeranno realtà, e ci racconteranno quanto sia bella la vita, quando c’è l’amore. Attraverso i racconti dei loro amici quadrupedi, ci mostreranno la gratitudine verso la vita che dona una nuova opportunità: aprire le sbarre del canile e consentire loro di correre di nuovo per i prati.

Un inno alla scoperta di un nuovo mondo, più autentico, più completo. Più “umano”.

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