ANTINEA, la misteriosa regina di Atlantide. Dal mito di Platone a Totò

Il più famoso mito di Platone è anche quello forse meno rilevante dal punto di vista filosofico: il mito di Atlantide. Questo racconto ha infatti introdotto nella cultura occidentale una leggenda che ha prodotto un numero di libri e articoli che si è stimato essere superiore a quelli relativi all’opera filosofica di Platone: Timeo e Crizia.

Secondo il racconto platonico, Atlandide era una grande isola posta oltre le Colonne d’Ercole. Quest’isola, novemila anni prima, si era venuta a scontrare con Atene, allora potenza dominante dell’Attica. Secondo il racconto, infatti, il mondo era stato diviso dagli dei in lotti. A Poseidone era toccata Atlantide, mentre l’Attica era stata assegnata ad Atena ed Efesto, fratelli e amanti delle arti e della cultura. Atene si sviluppò saggiamente perché le due divinità provvidero a dividere i cittadini in classi, distinguendo i guerrieri dagli altri lavoratori e imponendo ai primi di vivere in comune, non possedendo beni e accontentandosi del necessario per vivere, seguendo l’ideale di “comunismo” platonico che il filosofo aveva già illustrato ne La Repubblica.


Ad Atlantide, Poseidone si innamorò di Clito, una ragazza dell’isola e da lei ebbe dieci figli. Il primo, Atlante, divenne governatore e in seguito ad ognuno fu assegnata una zona da governare. Per un lungo periodo i governanti furono saggi e Atlandide crebbe fino a dominare parte dell’Europa e il Nord dell’Africa. Passato del tempo tuttavia, si fecero prendere dalla bramosia e dalla cupidigia. Questo fece adirare Zeus che organizzò un conciliabolo degli dei, decise di punire Atlandide che, scontrandosi con Atene governata più rettamente, in un «singolo giorno e una notte di disgrazia» l’isola sprofondò, seppellendo Atlantide per sempre. Un mito di sapore politico per rafforzare l’ideale platonico che solo la suddivisione in classi e la mancanza di interessi personali potessero garantire il futuro dello Stato.

Dal mito filosofico al romanzetto rosa


Il mito di Atlantide rimane sottovoce per molto tempo, fin quando secoli dopo, nel 1919, lo scrittore Pierre Benoit scrive il romanzo Atlantide, che nulla ha a che vedere con il mito di Platone se non per il continente scomparso , e che divenne subito un best seller tradotto in quindici lingue. Fu uno dei maggiori successi tra i romanzi d’avventura della prima metà del Novecento. In realtà il successo del libro non si giustifica perché tranne qualche pagina di affascinante avventura, il romanzo decade nel sottoprodotto di un romanzetto rosa

Ed ecco che è sorta una donna (…) ella chiama a sé gli uomini più giovani e più valenti. (…) Di quei giovani audaci, ella prende quello che possono dare.
Presta il suo corpo, ma con l’anima li domina.

Fino alla morte

Muoiono tutti d’amore quando vedono che il loro tempo è finito e che Cegheir-ben-Cheikh parte alla ricerca di altri. Parecchi sono morti dolcemente, con grosse lacrime negli occhi. Non dormivano e non mangiavano più.”

L’Atlantide, Pierre Benoit, 1919

In questo romanzo si immaginava che il misterioso paese di Atlantide non fosse da ricercarsi nel mare come da alcuni ipotizzato, bensì nel deserto del Sahara, e che il popolo di Atlantide fosse governato da una misteriosa e inquietante regina, Antinea, evidentemente ispirata al personaggio di Tin Hinan, progenitrice dei tuareg. 

Curiosità

Quando gli europei vennero a contatto con la civiltà dei Tuareg, rimasero impressionati da molti tratti di questo popolo così misterioso e così fiero. Un tratto che colpì molto la fantasia fu il ruolo della donna in quella società. Contrariamente agli usi delle altre popolazioni islamiche la società tuareg dava grande spazio alle donne, che non si velavano (a differenza degli uomini), che avevano una libertà di costumi impensabile, e oltretutto erano titolari del diritto di trasmettere il potere ai capi supremi (amenukal) per via matrilineare.

Il mito rivive nel cinema

Molto più divertente è il film Totò sceicco che riprendendo i punti chiave del romanzo –  il regno sotterraneo di Atlantide, la sabbia del Sahara, il bacio avvelenato, gli amanti di Antinea trasformati in statue dorate, l’ufficiale pazzo che gira per i palazzi sotterranei dichiarando il suo amore per la regina – ne fa una esilarante parodia.

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